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Sicilia zona arancione, Musumeci: "Scelta politica". La Regione attacca il governo

«Se volessimo potremmo ricorrere alla giustizia amministrativa, ma serve dialogo, confronto, chiarezza. Basta guardare la comparazione con altre regioni, per capire come la dichiarazione di arancione per la Sicilia sia assolutamente immotivata». Sono le parole del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, dopo la discussa decisione di inserire la Sicilia nella cosiddetta "zona arancione" nel nuovo Dpcm.

«Eravamo assolutamente convinti che saremmo stati inseriti nella fascia gialla... altre regioni che potevano stare al posto nostro, sono invece gialle... questo alimenta sospetti - dichiara il governatore siciliano -. Tutte le zone penalizzate sono regioni che appartengono al centrodestra... Non ho la certezza, ma il sospetto sì».

«Vogliamo allora sentire il presidente dell’Iss. Il governo avrebbe dovuto prendere una decisione omogenea nel Paese - ha aggiunto - lasciando alle Regioni la possibilità di valutare meglio. Chiedo al governo nazionale di ripensarci e siamo convinti che sulla base di un confronto sereno, la Sicilia avrà il suo giusto posto».

L'accusa mossa alla Sicilia è quella di non aver rispettato i parametri sanitari che oggi, alla luce anche di una curva epidemiologica più bassa rispetto ad altre regioni, avrebbero consentito all'isola di essere inserita tra le zone gialle e non arancioni.

«Nella mattinata di oggi mi confronterò con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità in ordine alle ragioni che hanno determinato la “zona arancione” in Sicilia», annuncia l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. «Leggo sulla stampa farneticazioni (qualche volta strumentali, qualche altra dettate dalla voglia di fare polemica a tutti i costi) in ordine all’occupazione dei posti letto in Sicilia e mi pare, quindi, indispensabile pubblicare il report settimanale utilizzato da Roma».

«I nostri indici di occupazione erano ben al di sotto della soglia di allerta. E, riferendosi i dati alla scorsa settimana, essi non tengono neppure in considerazione il piano approvato dal Comitato tecnico scientifico che li aumenta ancora di più. Sono fatti, non analisi».

Ma la polemica è ormai accesa e contro Razza si scaglia il sindaco di Messina, Cateno De Luca: «L'assessore regionale della sanità Siciliana in questi giorni era ancora in ferie? - si domanda il primo cittadino -. Razza dice che sta verificando i parametri usati dal ministero della sanità per inserire la Sicilia in zona arancione perché sostiene che il sistema sanitario va benissimo e rispetta i parametri concordati con il ministero della sanità».

«A parte il fatto che i 21 parametri sono noti da maggio, Razza pensava davvero che potevamo aspettare fino al 30 novembre per metterci nelle condizioni di fronteggiare il rischio? Pensava che fosse più importante questa estate occuparsi della fiera dei cavalli, del giro d'Italia e dei finanziamenti a Dolce e Gabbana? Non sa l'assessore che l'Iss ha previsto una escalation del contagio in Sicilia nei prossimi 10 giorni? Non sa Razza che tra i parametri considerati c'è anche la gestione dei Pronto Soccorso, delle Rsa, dei tamponi, del tracciamento dei contagi?».

«Arrivati a questo punto due sono le cose: o mente Razza o mentono tutti gli altri, a cominciare da Speranza - insiste De Luca -. Non accetto però questo teatrino sulla pelle dei siciliani e soprattutto non accetto che certe visioni portino a bollare come farneticanti le posizioni come la mia che pretende chiarezza. Ieri, non oggi. Intanto gli ospedali siciliani cominciano ad annaspare, come dimostrano le di ieri sera della lunga fila di autoambulanze in attesa di poter lasciare i pazienti all’ospedale di Partinico».

«Ci sono stati tre giorni di trattative per verificare la rispondenza ai parametri della Sicilia: Ruggero Razza dov’era? Stavolta non consentirò che la vicenda non venga chiarita! Ribadisco: chi ha sbagliato, anche solo ritardando interventi che andavano fatti ieri e non tra 15 giorni, deve assumersi le proprie responsabilità ed andare a casa. Se poi Razza riesce a dimostrare che c è stato un complotto nazionale contro la Sicilia, allora dovrà dimettersi Speranza, ministro della Sanità», conclude De Luca.

A Musumeci e Razza replica il ministro Speranza: «Le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili».

«Non c’è alcun criterio, serietà, o obiettività nella scelta del Governo giallorosso di inserire la Sicilia tra le regioni ad alto rischio, segnando così il tracollo dell'economia dell'isola. Siamo al cospetto di una battaglia politica unilaterale fatta di ripicche, antipatie e antagonismi», attacca Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d'Italia all'Assemblea regionale siciliana.

«Il ministro Speranza più che della Salute, ha dimostrato di essere il ministro di LeU, creando ad hoc per la Sicilia la zona arancione, e lasciando in zona gialla due regioni come Lazio e Campania che il giorno prima davano tutti tra le zone rosse e che sono state miracolate in quella gialla. Forse il Covid sarà miracolosamente scomparso in una notte! Non è un modo serio di affrontare questa emergenza».

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