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Mini-lockdown a Messina e negozi chiusi alle 18: spaccatura fra Comune e commercianti

Scenari in evoluzione. Tavoli di confronto. Rotture e ricomposizioni. Ordinanze in itinere e inviti a rivedere alcuni provvedimenti che sembrano già scritti. Le ultime 24 ore non hanno fatto scaturire alcun atto ufficiale ma sono state segnate da discussioni e colpi di scena. E, sul versante sanitario, dall’annuncio di un altro decesso (è morto un uomo di 86 anni, ricoverato da una settimana alla rianimazione del Policlinico) e dall’incremento complessivo dei ricoveri, con 60 pazienti al “Gaetano Martino” (dei quali, 15 in terapia intensiva), 37 al Papardo (7 in rianimazione) e 23 al “Cutroni Zodda” di Barcellona.

Dopo la riunione di martedì mattina del Comitato per l’ordine pubblico, ieri è proseguita l’analisi dei temi più attuali del momento, in particolare dei contenuti della possibile nuova ordinanza sindacale che Cateno De Luca dovrebbe firmare entro venerdì sera. Un confronto anche tra l’Amministrazione, rappresentata dall’assessora Dafne Musolino, e dalle organizzazioni di categoria degli imprenditori del commercio e dei pubblici esercenti. Un confronto finito male, almeno per ora, con una frattura tra le parti. La Giunta De Luca ritiene necessarie ulteriori restrizioni per impedire l’escalation dei contagi.

E per questo, si pensa a una sorta di temporaneo (dovrebbe durare due settimane) mini-locdown, con la chiusura delle zone critiche della città, quelle più esposte al rischio degli assembramenti, e con l’introduzione del “coprifuoco” a partire dalle 18. Ciò significherebbe la chiusura anticipata degli esercizi commerciali e anche delle attività che stanno utilizzando le modalità d’asporto consentite dal Dpcm governativo. Dovrebbero abbassare le saracinesche alle 18 anche i supermercati mentre resterebbero aperti soltanto farmacie, rivendite di tabacchi, edicole e distributori di carburante. Nei fine settimana prevista una ulteriore “stretta”, con il divieto assoluto, sempre a partire dalle 18, di stazionare nelle strade o nelle piazze, così come nei parchi, nelle ville o in luoghi di socializzazione come la Passeggiata a mare o il belvedere di Cristo Re. Insomma, si potrà solo percorrere la città per andare da un posto all’altro, sempre con le motivazioni contenute nei decreti lì dove si invita a uscire solo per ragioni di comprovata necessità, di salute o di lavoro. L’ordinanza di De Luca ricalcherebbe, di fatto, quella già entrata in vigore nella città di Taranto.

Le organizzazioni del commercio non ci stanno. "Premesso che siamo assolutamente concordi sulla necessità di contenere l’emergenza contagi e porre un freno agli assembramenti- dichiara il presidente di Cofesercenti Alberto Palella - non si comprende però perché si debba continuamente infierire sui commercianti, categoria letteralmente in ginocchio e che fin dall’inizio della pandemia ha pagato e continua a pagare un prezzo altissimo. Dunque pur condividendo le premesse che risiedono alla base dell’azione del sindaco, non possiamo però condividere le misure che si prepara ad adottare. Chiediamo al primo cittadino di cercare di raggiungere gli obiettivi che si è posto e che, ribadiamo, sono condivisibili, trovando soluzioni diverse che non colpiscano ancora una volta il commercio".

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