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Se il governatore Musumeci invitasse a cena Angela Merkel…

Nella tesi rigorista, assunta come faro dalla Germania, bisogna stringere i denti e moltiplicare gli sforzi  della campagna vaccinale

Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci

Non resiste, come un goloso in astinenza davanti a un barattolo di nutella. Appena fiuta folate di popolarità e consenso abbassa il freno a mano e mette a folle in discesa. Nulla di male se non fosse che il governatore Musumeci usa i vecchi arnesi del populismo per esaltare i primati della Sicilia nella gestione della pandemia. Tre settimane fa eravamo i reietti delle regioni italiane, paralizzati dall’ondata “rossa” che ci ha costretti a staccare la spina per 15 giorni. Naturalmente per colpa dei soliti spacciatori di virus. Neanche fuori dal purgatorio arancione  e il governatore ringalluzzisce, come il giocatore di poker che vede una coppia di sette nel deserto e rilancia come se avesse un full servito. E allora festeggiamo San Valentino nei ristoranti con tanti bacetti e cene romantiche.

Magari Musumeci sapeva che il suo slancio estemporaneo, vincolato a una dispensa di improbabile sostenibilità giuridica, sarebbe stato stoppato dal ministro Speranza. Ma l’importante era ribaltare la percezione, rimuovendo la  Sicilia smarrita del lockdown per avanzare con un’immagine baldanzosa, scandita dal tasso di contagio più basso d’Italia.

Ora, l’esperienza ci ha insegnato che la curva pandemica non ha una rotta regolare, ma segue la logica delle montagne russe. «Ci vuole un attimo per tornare in una situazione critica», ha osservato l’assessore alla Salute, Ruggero Razza. Sarà per questo che la Germania ha prolungato il lockdown fino al 7 marzo. E non perché i tedeschi hanno fatto baldoria all’Oktoberfest, ma perché – come ha ammesso Angela Merkel davanti al Parlamento – «in autunno non siamo stati attenti e rapidi, tentennando abbiamo commesso errori. Dobbiamo essere estremamente cauti per non entrare in una fase di crescita esponenziale, anche a causa delle varianti». Nella tesi rigorista, assunta come faro dalla Germania, bisogna stringere i denti e moltiplicare gli sforzi  della campagna vaccinale. Altrimenti si rischia di subire quelle dinamiche pendolari del virus che l’anno scorso, proprio nel mese di febbraio, hanno creato le premesse del lockdown.

Ecco, governatore Musumeci. La prossima volta, prima di cedere al romanticismo alimentato da una disinvolta ed effimera strategia comunicativa, chieda un consiglio ad Angela Merkel. Magari invitandola a cena, evitando però un imbarazzante San Valentino.

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