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Sicilia: ok alla Finanziaria, ma "è saltato il banco" della maggioranza

Una finanziaria che verrà ricordata più le imboscate in aula da parte dell’opposizione e il caos nella maggioranza nel caos che per i contenuti. La legge di stabilità infatti è stata partorita all’Ars in un clima di tensione crescente che ha visto il governo più volte battuto a Sala d’Ercole con il voto segreto. Complice, una maggioranza in frantumi che ha obbligato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè - è «saltato il banco» ha esclamato oggi pomeriggio - a blindare la manovra, stralciando gli ultimi articoli e andando dritti al voto. Furioso, persino il governatore siciliano contro «gli ascari» nella maggioranza, mentre pesa ancora come un macigno lo scandalo provocato dall’inchiesta sui numeri falsi dell’emergenza Covid e le dimissioni dell’assessore Razza.

Subito dopo il voto finale - 35 i sì e 24 i no - è andato in scena anche il dibattito sulla questione morale della Sanità con l’intervento del presidente della Regione, Nello Musumeci. A inasprire gli animi, anche l’assenza di risorse adeguate da destinare alle imprese e le partite iva danneggiate dalla pandemia a causa del lockdown. Per correre ai ripari, si è deciso così di approvare un ordine del giorno, subito dopo il via libera alla legge di stabilità, con le indicazioni delle categorie produttive a cui destinare i ristori: sul piatto circa 250 milioni di fondi extra regionali che dovranno essere riprogrammati.

L’esame della legge, un testo corposo con oltre 160 articoli, cominciato in ritardo e solo a metà marzo, è stato contraddistinto anche da una falsa partenza. Dopo il via libera della commissione Bilancio, è stata notificata al governo l’impugnativa del Consiglio dei ministri delle variazioni di bilancio 2020. L’esecutivo, per correre ai ripari e scongiurare il pericolo di un ennesimo stop, ha previsto un apposito emendamento all’articolo 52. Via libera anche al piano di rientro, allegato al bilancio della Regione, previsto in attuazione dell’accordo Stato-Regione che prevede la spalmatura in dieci anni del disavanzo di 1,7 miliardi di euro. Tra i provvedimenti più attesi, la stabilizzazione dei 4.571 lavoratori Asu, dopo 25 anni di precariato: oltre ai 37 milioni già stanziati negli scorsi anni per il pagamento del sussidio, sono stati aggiunti altri 10 milioni per il 2021 e 15 milioni per il 2022 e 2023. Rimanendo in tema di personale, approvata pure l’assunzione di 300 giovani laureati per rinforzare, per un periodo di tre anni, la pubblica amministrazione e favorire l’utilizzo dei fondi europei per la ripresa e dei programmi comunitari ordinari. Per i comuni è stato previsto inoltre uno stanziamento di 2 milioni di euro in favore degli enti locali in condizioni di squilibrio strutturale di bilancio.

Sul fronte della mobilità, parere favorevole per incentivi fino a 2 mila euro (budget 200 mila euro) per l’acquisto di auto elettriche, biglietti e abbonamenti a tariffa ridotta per i servizi di trasporto pubblico locale destinati a portatori di handicap e con invalidità civile superiore al 67 per cento (spesa 300 mila euro), 600 mila euro per cofinanziare con l’Anas il rafforzamento dei servizi di vigilanza e manutenzione stradale tramite il personale del bacino ex Keller, ex Servirail e Ferrotel, 2 milioni di euro a valere sui fondi Poc per il completamento dei lavori di dragaggio del porto rifugio di Gela.

Disco verde pure ai fondi per gli aeroporti minori (tranne Pantelleria gestito direttamente dall’Enac), e per la riforma dei consorzi di bonifica e sostegno al diritto allo studio e 3 milioni ai porti sulla terraferma e 2 milioni per i porti delle isole minori. Tra le risicate misure destinate alle categorie produttive, alcuni milioni sono andati al settore della ristorazione, per la moda, per gli eventi, per l’organizzazione di matrimoni e per i tecnici dello spettacolo, mentre 700 mila euro sono stati previsti per le cooperative taxi. Più corposo, il fondo destinato ai lavoratori stagionali, per i quali sono stati stanziati dieci milioni. Sono stati introdotti, infine, interventi finanziari a sostegno delle piccole e medie imprese a valere del Fondo Jeremie mediante la Banca Europea degli Investimenti, con la quale è già stato sottoscritto l’accordo per 100 milioni di euro.

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