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Regione Sicilia, Miccichè presenta il polo centrista. E Musumeci si ricandida da solo

Nel giorno in cui il maltempo ferisce a morte Catania e la Sicilia il governatore Musumeci esce allo scoperto e si ricandida con un assolo alla guida della Regione. Evidentemente l’esigenza di marcare il territorio era più forte della coincidenza temporale infausta, visto che fino a ieri il governatore si manteneva a distanza dal chiacchiericcio dei suoi alleati: «Se non ci fosse stata la pandemia io avrei salutato tutti – sottolinea Musumeci – ma questa situazione non mi ha permesso di realizzare tutto quello che volevo, per cui sarà un arrivederci. Sarò in campagna elettorale alle prossime regionali: vedremo se i candidati saranno due, tre o quattro».

Una brusca accelerata che lascia una scia di messaggi trasversali per i partiti dei centrodestra. L’avviso ai naviganti della sua coalizione è chiaro: c’è il rischio di scomporre il centrodestra in più candidati. In queste settimane Musumeci è stato strapazzato dal dibattito tra gli alleati, pronti a piazzare le loro bandierine senza mai considerare l’ipotesi di ridare fiducia al governatore in carica per il secondo mandato. E allora il presidente della Regione ha fatto la sua mossa per calmare i bollenti spiriti di Miccichè e Salvini. Non è casuale che il governatore faccia la fuga in avanti nel giorno in cui il presidente dell’Ars ufficializza il patto tra Forza Italia, Renzi e Sicilia Futura. Botta e risposta. Il nuovo polo centrista presenterà liste comuni alle amministrative di Palermo e alle regionali del prossimo anno. È il percorso tracciato dal Gianfranco Miccichè nella conferenza stampa che a Palazzo dei Normanni ha formalizzato l’intesa.
Al fianco di Miccichè i capigruppo all’Ars di Forza Italia, Tommaso Calderone, e di Sicilia Futura-Italia Viva, Nicola D’Agostino. «Quest’accordo avviene in Sicilia – ha precisato Miccichè – se lo si vorrà replicare a livello nazionale bisognerà parlare con Berlusconi o Tajani». Miccichè ha ricordato l’impegno che Sicilia Futura-Iv ha avuto in passato nel centrosinistra e ha definito l’intesa «un festival della politica migrante», perché «si tratta di una integrazione tra forze politiche che la pensano all’80% allo stesso modo, per il resto del 20% faremo in modo di trovare condivisioni». I due gruppi all’Ars contano in totale 16 parlamentari. E sul nome del nuovo governatore faranno valere il peso di azionisti di maggioranza del centrodestra. Altrimenti le porte del centrosinistra sono sempre spalancate.
Il capogruppo di Sicilia Futura-Iv, Nicola D’Agostino, indica lo scenario: «Ho parlato con Renzi, è stato d’accordo sull’intesa politica raggiunta in Sicilia. Manterremo la nostra identità di partito di minoranza all’Ars, abbiamo tutto l’interesse a collaborare per il bene della Sicilia. All’Ars con Fi lavoreremo insieme su tutte le iniziative che ci uniscono e per cominciare a costruire un processo di integrazione dei gruppi parlamentari. Siamo moderati e centristi, le ali estreme al sovranismo e del populismo devono essere ribaltate». O ci sarà un centrodestra a trazione centrista o la coalizione che sostiene Musumeci andrà in fumo.

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