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Palermo: l'urlo delle periferie che si candidano a governare

In vista del voto della prossima primavera, mentre cala il sipario sulla lunga parabola di Leoluca Orlando, gioca in anticipo un movimentismo che è lontano dal centro geografico della città, un’onda di grande impatto e anomala rispetto agli schieramenti, sebbene sia evidente la radice piantata nel campo del centrosinistra

Comune di Palermo

Le periferie si candidano a governare Palermo. In vista del voto della prossima primavera, mentre cala il sipario sulla lunga parabola di Leoluca Orlando, gioca in anticipo un movimentismo che è lontano dal centro geografico della città, un’onda di grande impatto e anomala rispetto agli schieramenti, sebbene sia evidente la radice piantata nel campo del centrosinistra.

Esperienze e volti di Zen e Sperone sembrano volere definire una proposta politica di radicale cambiamento dal basso che condizioni in modo decisivo la partita delle candidature alla carica di sindaco. Mariangela Di Ganci e Antonella Di Bartolo. Zen e Sperone. Lo stesso respiro profondo, concreto, aspro e non banale delle frontiere di città. Due donne immortalate recentemente in una foto, durante una iniziativa pubblica. Meglio, un selfie che dice molto... intanto la didascalia: «La politica delle donne: dialogo, confronto, costruzione». Difficile che alla fine si ritrovino l’una contro l’altra, più facile che inforchino il tandem di un progetto sociale e politico comune, per arrivare fino in fondo, e non certo per una piazza d’onore. Si vedrà.

Oggi alle 17, ai Cantieri culturali alla Zisa, Mariangela Di Gangi ha convocato una «convention politica di cittadini e cittadine che hanno deciso di scendere in campo e fare qualcosa per la città». Le periferie per una volta tornano al centro. Un grido: più di una certificazione di esistenza in vita oltre la cronaca nera: una nuova modalità di partecipazione al 'gioco grande' per orientare gli scenari politici comunali del 2022.

L’iniziativa si chiama «Facciamo Palermo», e risponde, spiega l’anima storica del Laboratorio Zen Insieme - realtà attiva da oltre 30 anni in quel quartiere - «a un’esigenza, anzi a un’urgenza politica e civica. A raccontarsi i volti già impegnati nel cambiare dal basso questa città». Spazio a chi vuole guardare al futuro di Palermo, «scommettendo sulle persone, sulle loro storie, sulle loro competenze e la loro credibilità. La nostra energia può essere decisiva per portare nuovo entusiasmo nel campo progressista». E aggiunge: «Ci siamo e vogliamo fare la nostra parte». E’ solo l’inizio, avverte Mariangela Di Gangi: «Oggi per noi è una tappa di un percorso che ci porterà all’appuntamento delle amministrative. Stiamo lavorando per mettere insieme le energie migliori di questa città. E’ una grande sfida che vale la pena affrontare, Palermo ha bisogno di una proposta ambiziosa e alla sua altezza».

Sabato 4 dicembre, alle 9.30, sarà invece la volta dello Sperone, con la sua preside Antonella Di Bartolo, da tempo solido riferimento e tra le personalità forti della rinascita del quartiere. Dopo la recente terza retata antidroga in sei mesi, con il coinvolgimento di ragazzini che spacciavano davanti alla sua scuola, la «Sperone-Pertini», ha sfidato i ministri a venire qui e a girare in strada e ha denunciato le assenze e i silenzi di fronte al degrado.  Il raduno è fissato presso la Palestra "Valentino Renda" del quartiere. A seguire una passeggiata attraverso alcuni luoghi significativi di questo territorio. Obiettivo «continuare a dare voce a tutte le persone di questa città che credono ancora in un cambiamento possibile. Disporsi alla cura delle ferite per cercare nello stesso tempo la luce che già esiste nelle periferie di Palermo. Riconoscere le potenzialità di tanti luoghi sospesi, abitati e animati da tante persone belle». Camminare insieme per le strade dello Sperone, per dire «che ciò che è accaduto qualche giorno fa ci riguarda tutte e tutti, ci interpella e non ci lascia indifferenti».
Gli organizzatori spiegano di essere «cittadini, cittadine e associazioni che vivono a Palermo, accomunati dal desiderio d’incontrare altri cittadini e cittadine, metterci in ascolto e a disposizione delle realtà apparentemente più fragili della nostra città, ma che presentano energie positive e indomita resistenza e voglia di riscatto. Quando diciamo Sperone parliamo di tutta la città, quando diciamo Sperone parliamo anche di noi, del nostro presente e del nostro futuro di cittadini, di bambini e bambine, di uomini e donne». Una passeggiata di circa mezz'ora tra alcuni luoghi-simbolo, «di strappo, ma anche di possibile ricucitura». Le periferie per una volta tornano al centro. Un grido; più di una certificazione di esistenza in vita oltre la cronaca nera: una nuova modalità di partecipazione al 'gioco grandè per orientare gli scenari politici comunali del 2022.

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