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Una valanga di reazioni alla decisione di Musumeci di azzerare la Giunta regionale

Sono numerose le reazioni politiche dopo la decisione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, di azzerare la Giunta. "Musumeci, ha trovato il coraggio di azzerare la giunta solo in occasione del voto per i delegati al Quirinale, colpito nell’orgoglio e nelle preferenze, e non per rimediare a tutto quello che sta accadendo in Sicilia, di fronte al caos in cui ha gettato i siciliani e di cui ha responsabilità politica - dichiara Nuccio Di Paola del M5s, uno dei tre grandi elettori del Capo dello Stato scelti ieri dall’Ars -. Inoltre azzera la giunta e subito dopo annuncia di volerla ricomporre, ma facendo riferimento sempre agli stessi deputati di maggioranza che lui stesso oggi ha duramente attaccato. Un comportamento che equivale a cambiare tutto perché nulla cambi".

"Non mi sento una disertrice o peggio vile perché non ho espresso la preferenza per Musumeci durante l’elezione in Aula dei Grandi elettori - sottolinea la deputata di Forza Italia all’Ars, Daniela Ternullo -. Non è notizia celata da mistero il mio esclusivo voto per il presidente Miccichè. Ho votato con coscienza, in modo secco. Per tale motivo ritengo le parole di Musumeci profondamente offensive". Una situazione che mette a repentaglio la stabilità del governo in un momento delicato come quello in cui ci troviamo, con una pandemia in atto, cantieri avviati e una legge di stabilità da approvare: "E' la prima volta che un presidente della Regione riceva meno voti di un candidato dell’opposizione - evidenzia il segretario Dem Anthony Barbagallo - Per Musumeci è una disfatta. Per il centrosinistra invece un buon risultato".

"Le parole pronunciate ieri sera dal presidente Musumeci sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano - aggiunge Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera e presidente del gruppo Misto all’Ars -. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni". Dello stesso avviso anche il deputato di Forza Italia all’Ars, Michele Mancuso: "Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Gli aggettivi come 'pavidò e 'vilè non sono consoni all’istituzione che si rappresenta. Forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando, in parte, la Giunta. L'unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c'è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro".

Ad esprimere il proprio disappunto anche Claudio Fava, Presidente della Commissione Regionale Antimafia, e Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars: "Nei prossimi mesi, per le scelte che la attendono, la Sicilia avrà bisogno di un governo autorevole, legittimato da una solida maggioranza - dichiara Fava -. È chiaro che quel governo non potrà essere guidato da Musumeci. Le sue dimissioni rappresenterebbero oggi un atto di decenza e di rispetto per le sorti della Sicilia". "Se Musumeci, come dice, ha preso 'atto dell’esito del voto e del suo significato politicò si dimetta subito - aggiunge Lupo -. La pausa di riflessione che il presidente della Regione Siciliana, di fatto sfiduciato in aula, ha annunciato è semplicemente ridicola. Il presidente Musumeci è naufragato in aula a conferma della propria totale inadeguatezza".

Duro anche il giudizio del deputato della Lega e vice presidente della Commissione sanità, Carmelo Pullara: "Piuttosto che soffermarmi sul facilmente criticabile discorso di ieri di Musumeci piega - - preferisco guardare alla realtà. Prima ero una voce isolata, oggi qualcuno inizia a svegliarsi. In sanità ricordo tagli di nastri, passerelle pompose e discorsi dalla cattedra ma anche rassicurazioni in aula all’Assemblea Regionale Siciliana ed in Commissione sanità quasi a dire che fosse solo demagogia. Oggi l’evidenza dei problemi è sotto gli occhi di tutti le immagini dei media spiegano perfettamente la situazione che sta vivendo la sanità siciliana con le sue inefficienze e inadeguatezze. Sono passati 2 anni da marzo 2020 e da allora sono stati versati fiumi di parole insieme a tanto sperpero di denaro. Il governo Musumeci e l’Assessore Razza in sanità hanno fallito".

 

"Abbiamo assistito nel parlamento siciliano all’ennesimo teatrino tra Musumeci e i deputati della sua maggioranza - sottolinea il deputato del Pd, Antonello Cracolici -. Non ha perso l’ennesima occasione di passare agli insulti definendoli disertori, scappati di casa, portatori di rischieste irricevibili, (spero che abbia segnalato alle autorità preposte la natura di queste richieste!!!) tipico linguaggio di chi considera la democrazia parlamentare un fastidio. Ancora una volta ha preso di mira il voto segreto, dimenticando che in qualunque consesso elettivo il voto sulle persone, proprio a tutela della libertà, si fa soltanto garantendo la segretezza". "C'è un dato politico a cui Musumeci sfugge, premesso che gli "scappati di casa", come lui li definisce, non sono stati 7 o 8 ma ben 14 - sottolinea il parlamentare regionale, in riferimento alla votazione all’Ars dei tre grandi elettori del Capo dello Stato -. Erano presenti 67 deputati durante la votazione, di cui 43 rappresentanti della maggioranza di centrodestra, I suoi voti sono stati 29. Il calcolo è presto fatto. Se un terzo dei sui sostenitori lo hanno bocciato, è evidente che il vaso è colmo".

A criticare il governo anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca, pronto a candidarsi a Presidente della Regione, come ha più volte annunciato: "Musumeci prenda atto della sonora batosta e si dimetta immediatamente perché la sua sbandierata maggioranza non esiste più o forse non è mai esistita". A fargli eco anche il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Giancarlo Cancelleri: "Anche questa volta il presidente Musumeci perde pezzi, arriva solo terzo e se la matematica non è un’opinione, vuol dire che nemmeno i suoi, la maggioranza che tanto rivendica e si ostina a voler rappresentare pure in futuro, lo hanno votato. Musumeci perde pezzi pure nelle votazioni di ovvio garbo istituzionale. Credo che con questo pomeriggio si sia definitivamente spenta la luce su una terrificante esperienza di governo".

 

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