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Sicilia, caos politico: i lealisti di Forza Italia sconfessano Miccichè e Tommaso Calderone

Forza Italia esce a pezzi dal dibattito di ieri all’Ars. L’ala dei lealisti rompe gli indugi, oscura Miccichè e sconfessa il capogruppo all’Ars, Tommaso Calderone, autore di fughe in avanti che l’hanno isolato, nonostante la copertura del presidente dell’Ars. La mossa di deputati e assessori governativi si traduce in una resa dei conti all’interno dei gruppo forzista: da una parte gli oltranzisti che vogliono tenere Musumeci sulla graticola; dall’altra i sostenitori di una tregua con il governatore. E ieri la divaricazione è emersa in forme dirompenti.
Durante il dibattito all’Ars il capogruppo Calderone ha alzato il tiro dopo l’intervento del governatore: «Il patto stipulato tra Musumeci e la coalizione del centrodestra non è mai stato tradito ma non prevedeva il rinnovo né tacito né espresso, questo lo discuteremo al momento opportuno. Certamente in questo non ci faremo condizionare da notai romani. Ha avuto a disposizione una pattuglia di assessori di tutto rispetto, che mai si sono tirati indietro». Musumeci, però, non ha fatto un passo indietro. Anzi: «Sulla lealtà di Forza Italia, e di altri partiti, non ho mai avanzato dubbi. Non ho voluto che ci fosse gente dietro la mia porta. Se lei - rispondendo a Calderone - qualche volta si fosse trovato nei comuni dove io ero in visita ufficiale, avrebbe notato quanto rispetto abbia riservato a tutti i parlamentari. Ho voluto che nessun parlamentare fosse dietro la mia porta, perché un parlamentare fissa l’orario e il giorno per parlare con il presidente della Regione». Un linguaggio neanche tanto criptico per alzare il velo sui tentativi di entrare dalla porta secondaria per avanzare quelle che Musumeci ha definito «proposte irricevibili». Le stesse - respinte - che poi avrebbero alimentato «risentimenti e rancori» sfociati nell’imboscata contro il governatore, arrivato terzo nel voto sui Grandi Elettori.
Miccichè non ha digerito la replica di Musumeci e si è mosso per tentare di sostenere Calderone: «Avevamo fatto un dibattito molto sereno, alcune cose della sua replica non mi sono particolarmente gradite, e lo dico con sincerità. Alcuni interventi sono stati nei confronti dei parlamentari non sempre identici. Purtroppo non sempre quello che ha detto corrisponde alla verità dei fatti, alcuni parlamentari sono stati profondamente delusi per comportamenti suoi iniqui».
Ma Miccichè è andato oltre, usando i suoi poteri di presidente dell’Ars per affondare il colpo: «Per domani (oggi ndr) avevamo stabilito il dibattito sul Pnrr, l’assessore Cordaro mi ha chiesto di rinviare a martedì, ma ci saranno le mozioni stabilite e le dibatteremo. Non c’è dubbio che affronteremo le mozioni del capogruppo Tommaso Calderone (revoca dell’incarico a Tuccio D’Urso, soggetto attuatore emergenza Covid) e del Pd-M5s sul Pnrr. Appuntamento alle 17».

Così il dibattito all’Ars, che avrebbe dovuto sancire una tregua nel centrodestra, ha fatto tracimare tensioni e veleni che covano nel rapporto tra Forza Italia e il governatore. Però Miccichè non si aspettava di essere preso in contropiede. A spiazzarlo, minando la sua leadership, sono stati i deputati “azzurri” Riccardo Gallo, vicecoordinatore regionale FI, Riccardo Savona, Margherita La Rocca Ruvolo, Alfio Papale, Stefano Pellegrino e gli assessori regionali Gaetano Armao, Marco Falcone e Marco Zambuto. «L’evolversi del quadro politico in Sicilia ci consegna l’esigenza di porre un deciso freno alle polemiche delle ultime settimane. La mappa politico-amministrativa, tracciata in aula dal presidente Musumeci, impone a tutti noi di fare un scatto in avanti a difesa degli interessi della Sicilia, delle famiglie e delle imprese. Tali iniziative strategiche devono essere affrontate con responsabilità, anteponendo le ragioni del bene comune ai personalismi e ai risentimenti». Traduzione: Miccichè e Calderone hanno assunto posizioni non concordate (vedi disegno di legge sulle Province ndr).
E ancora: «Gli obblighi dettati dalle scadenze di bilancio - proseguono deputati e assesori di Forza Italia in Sicilia - dall’irripetibile occasione del Pnrr e dalla programmazione comunitaria 2021-2027, richiedono a tutta la politica, infatti, di farsi trovare pronta e servente nei confronti di progetti e investimenti per l’Isola». Una spallata a Miccichè, da oggi un po’ meno leader: «Hanno ragione i miei colleghi – commenta così il documento frondista – Queste polemiche non servono più. È arrivato il momento di prendere decisioni condivise con i nostri alleati».

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