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Presidenza Regione, FdI resta isolato in Sicilia: Musumeci "scaricato" dagli alleati del centrodestra

Nello Musumeci e Giorgia Meloni
La crisi del governo Draghi affonda le residue speranze del “Musumeci bis”. Almeno è questa la svolta del centrodestra siciliano (senza l’ala destra della Meloni) che indica la rotta per la scelta del candidato governatore, rimuovendo dal tavolo l’ipotesi di riproporre l’uscente. Ma questa volta non è solo l’asse Forza Italia-Lega ad archiviare senza appello il Musumeci bis. Tutta la coalizione (sulla carta), infatti, firma il benservito al presidente della Regione uscente.  Secondo la nota inviata da Forza Italia, i segretari regionali della coalizione si sarebbero espressi per voltare pagina nel corso del  vertice a Palermo che proprio Fratelli d’Italia voleva rinviare: «Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Musumeci e della sua disponibilità a non riproporre la candidatura alla Presidenza della Regione se la stessa risultasse divisiva della coalizione – scrivono FI, Lega, Mpa, Udc, Noi con l’Italia –. Appare evidente che occorre andare oltre ed è per questo che, come segretari regionali dei partiti presenti in Ars, siamo pronti a proporre una o più ipotesi di candidature che nascano dal territorio e che sappiano dialogare coi partiti e coi deputati dell’Ars e a coinvolgere nuove formazioni politiche e civiche. Invitiamo FdI a partecipare alla individuazione del candidato auspicabilmente condiviso da tutti».
 In realtà la nota del centrodestra - ispirata se non addirittura scritta da Gianfranco Miccichè - appare una fuga in avanti. Una forzatura per piegare la coalizione alla trama che ossessiona il presidente dell’Ars: impedire a tutti i costi il Musumeci bis. Ed ecco, infatti, che l’Udc frena, correggendo il tiro e sconfessando Miccichè: «Vedo che continuano inutili e sterili polemiche sulla presidenza della Regione. Pensavamo  di avere espresso chiaramente la posizione dell’Udc che mira a rafforzare una coalizione vincente – osserva il segretario regionale  Decio Terrana –.  Sono contento che sia stato raccolto l’appello del segretario Cesa e che all’inizio della prossima settimana, a Roma, si terrà un vertice di centrodestra anche per affrontare la vicenda della presidenza della Regione siciliana facendo presente che l’Udc non ha pregiudizi per nessuno». Quindi il governatore uscente ufficialmente è ancora in pista. Ma le sue chance, dopo la crisi del governo Draghi, si sono ridotte al lumicino. Se la Meloni ha alzato le vele per puntare a Palazzo Chigi appare improbabile che gli alleati assecondino la scelta di Musumeci, spalleggiato solo da Fratelli d’Italia. E la Meloni ha tutto l’interesse a cementare la coalizione, evitando fratture. Così l’amico Nello potrebbe essere sacrificato sull’altare dell’unità del centrodestra, premessa indispensabile per spianare la strada  alla leader di Fratelli d’Italia.
Il governatore uscente non si scompone. È nella porta girevole. Se sarà costretto a fare le valigie potrà incassare il “sacrificio” in un collegio blindato alle Politiche del 25 settembre. E ci sarà spazio anche per qualche suo fedelissimo. Lui giura che non accetterà compensazioni. Ma anche in questo caso lo farà per l’unità del centrodestra. Sempre sacrifici.

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