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Elezioni in Sicilia, Musumeci aspetta risposte. Ora in pole c'è Stefania Prestigiacomo

Il barometro della politica siciliana delinea scenari di fibrillazioni, incertezza e instabilità. Il governatore Musumeci è nella Capitale ma non per le vacanze romane. Il “lodo” siciliano è all’ombra degli equilibri nazionali e il centrodestra non ha ancora definito la rotta da seguire.
Dalla direzione nazionale di Fratelli d’Italia non sono emerse indicazioni sul caso Sicilia e soprattutto quel pressing forsennato sul “Musumeci bis” ha perso vigore, segno che il governatore uscente dovrà ancora attendere per capire quello che farà da grande. L’election day, l’opportunità di unificare elezioni regionali e nazionali, è lo snodo che potrebbe spostare l’ago della bilancia. Il governatore uscente, senza garanzia di ricandidatura, potrebbe decidere di tirare dritto e scendere al capolinea. Le sue dimissioni, propedeutiche al voto unico del 25 settembre (Regionali e Politiche), non sono a costo zero. Il presidente della Regione cederà il passo a condizione di incassare un “mazzetto” di seggi alla Camera e al Senato, più o meno sicuri. L’alternativa più quotata è la candidatura dell’ex ministra Stefania Prestigiacomo, mentre sembra che si sia appannata l’ipotesi dell’eurodeputato Raffaele Stancanelli, non proprio gradito dall’ala forte del partito siciliano.
Non a caso nei giorni scorsi l’assessore regionale, Manlio Messina, ha escluso candidati alternativi: «Per noi l’unico è Musumeci». Un veto indiretto nei confronti di Stancanelli.
Con l’election day il governatore uscente potrebbe avere più chance per la ricandidatura. Se si va a scadenza naturale, invece, le sue possibilità sono prossime allo zero. Forza Italia sta spingendo per spianare la strada alla Prestigiacomo. Ma sull’election day sono quasi tutti d’accordo: è indispensabile per depotenziare Cateno De Luca. Non farlo aumenterebbe i rischi.

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