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Centrodestra in Sicilia, la volata della Meloni e del gregario Musumeci

La leader di Fratelli d’Italia ha i numeri per rivendicare le candidature nelle regioni Lazio e Sicilia. Gli alleati vogliono frenare la sua avanzata

Nello Musumeci e Giorgia Meloni

Tanto rumore per nulla. Il centrodestra siciliano firma la cambiale in bianco e la spedisce ai vertici nazionali della coalizione, confessando l’incapacità di indicare la rotta. La scelta del candidato alla guida della regione sarà incastrata in uno scenario più ampio, secondo uno schema di spartizione che comprende Lazio e Lombardia, le due regioni che andranno alle urne nella prossima primavera. Nello Musumeci rientra in partita. La mossa delle dimissioni ha aumentato le sue quotazioni. A scadenza naturale del mandato non avrebbe avuto chance.

Se Giorgia Meloni metterà l’ipoteca sul candidato nel Lazio, imponendo il cognato Francesco Lollobrigida, allora sarà improbabile che Lega e Forza Italia possano avallare anche Musumeci in Sicilia. Sarebbe una resa incondizionata a Fratelli d’Italia. Ma questa è una tesi strabica, secondo i colonnelli della Meloni. Perché in realtà Fratelli d’Italia governa solo due regioni, Marche e Abruzzo. La Lega rivendica la riconferma della provincia di Trento, il Friuli e la Lombardia, oltre ad avere le sue bandierine in Veneto e Sardegna. Forza Italia guida Calabria e Basilicata e chiederà la riconferma in Molise. Certo se Fratelli d’Italia dovesse fare un passo indietro nel Lazio, allora Musumeci avrebbe le carte in regola per strappare la ricandidatura. Ma i numeri dicono che non sarebbe una rivendicazione irricevibile per gli alleati se la Meloni insistesse sull’asse Roma-Palermo (Lollobrigida-Musumeci).

Il centrodestra siciliano si è riunito ieri all’hotel delle Palme. Alla fine fumata nera con un filo bianco: sono caduti i veti. Il leader siciliano di Forza Italia Gianfranco Miccichè, che aveva opposto un secco «no» alla ricandidatura di Nello Musumeci ha fatto dietrofront: «Abbiamo fatto un accordo positivo Non esistono veti per nessuno, nemmeno per Musumeci. Mercoledì (domani ndr) ci sarà un incontro a Roma con i vertici nazionali e regionali della coalizione». Gli alleati si erano presentati con il candidato di bandiera, tipica strategia per posticipare la scelta. Una pantomima.

La Lega aveva fatto sapere che la sua proposta è il segretario regionale Nino Minardo o in alternativa il vicecapogruppo alla Camera, Alessandro Pagano. Fratelli d’Italia non si è mossa dall’indicare Musumeci con Ignazio la Russa che aveva detto: «I coordinatori siciliani di Fdi mi hanno anticipato che ascolteranno con attenzione eventuali proposte degli alleati, pur convinti che la soluzione ottimale sarebbe quella di confermare subito il Presidente uscente che è in testa in tutti i sondaggi». E al termine della riunione, Salvo Pogliese, in rappresentanza del partito di Meloni, ha confermato: «Il nostro unico candidato alla presidenza della Regione siciliana è Nello Musumeci. Al tavolo nazionale del prossimo mercoledì, ogni schieramento indicherà la propria rosa di nomi. FdI lo farà con il governatore uscente, lo farà anche la Lega e probabilmente lo faranno anche gli altri».

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