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Lombardia e Sicilia, l’incastro che riapre le porte a Musumeci

La tesi di Salvini sulle elezioni: «Squadra che vince non si cambia»

Nello Musumeci, con il leader della Lega, Matteo Salvini, all'Aeroporto Fontana Rosa di Catania, 7 Novembre 2017. ANSA/CIRO FUSCO

L’impressione è che l’accordo sulla Sicilia sia quasi al traguardo. Oggi i vertici del centrodestra si riuniranno a Roma per mettere il sigillo alla candidatura. Posticipare la scelta trasformerebbe una telenovela in una farsa. La Lega dispensa segnali di distensione e la tesi di Salvini sembra aprire la strada alla convergenza: «Il centrodestra unito è un valore aggiunto a livello nazionale, in Sicilia e in Lombardia». E sul candidato della Regione Lombardia ribadisce il sostegno a Fontana: «Squadra che vince non si cambia». Se la tesi vale anche per la Sicilia i giochi sono fatti per il redivivo Musumeci, anche perché la Lega sembra orientata a fare un passo indietro.

Ed è lo stesso coordinatore regionale del Carroccio, Nino Minardo, a confermare la volontà di chiudere la partita: «L'unità della coalizione e la necessità di fare un ulteriore passo avanti per semplificare il quadro è la priorità. Noi siamo pronti con responsabilità e amore per la Sicilia a favorire questo percorso. Per ognuno di noi l’interesse della coalizione va anteposto alle legittime ambizioni personali. È dovere di una classe dirigente degna di questo nome offrire ai siciliani nel giro di poche ore una proposta unitaria e sopratutto una idea concreta della Sicilia che vogliamo per i prossimi 5 anni. Positivo che non ci siano più veti su nessuno, andiamo avanti». A leggere tra le righe la Lega sarebbe pronta a favorire un accordo, ridimensionando rivendicazioni che, in realtà, erano funzionali al gioco delle parti.

Forza Italia, invece, pressa per disarcionare Musumeci: «In Sicilia Forza Italia è in grado di presentare candidati di altissimo livello a cominciare da Stefania Prestigiacomo. Siamo la forza politica più consistente e riteniamo di avere il diritto di prelazione. Poi si vedrà e si discuterà», sottolinea il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. Fratelli d’Italia disegna la cornice nella quale maturerà la scelta: «Sono cadute tutte le preclusioni e gli eventuali veti – ricorda Ignazio La Russa –. Discutiamo solo sulla opportunità in relazione al consenso e alle possibilità di vittoria, oltre che naturalmente alla compatibilità con le linee programmatiche del centrodestra». L’Udc attende solo il “verdetto”: «Abbiamo superato le divergenza – sottolinea il coordinatore regionale, Decio Terrana – e trovato un punto di convergenza condiviso incondizionatamente da ogni schieramento della nostra area politica. Non esistono veti o preclusioni, il candidato della coalizione alla presidenza della Regione verrà stabilito a Roma». E Musumeci continua sperare.

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