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Rottura tra M5S e Partito democratico, in Sicilia l’accordo elettorale finirà in tribunale

Il segretario regionale Dem, Anthony Barbagallo, ha già dato mandato ai legali. Conte non dà l’atteso sostegno alla Chinnici e candida Di Paola

Gaetano Barbagallo

Potrebbe avere strascichi giudiziari la rottura tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle in Sicilia per le Regionali.
Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, ha rivelato infatti di avere «dato mandato ai legali di verificare la candidabilità di Di Paola e la fondatezza di una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni che abbiamo subìto da chi non ha rispettato le regole che c’eravamo dati». «Roba da cerchio dantesco - aggiunge - l’ultimo dell’inferno, quello dove sono confinati i traditori».
Per Barbagallo la «rottura dell’alleanza da parte del Movimento 5 Stelle «è stato un atto di uno squallore e di una gravità inauditi». «Ammetto - confessa - che lo strappo di Conte mi brucia molto. E dire che, avendo cominciato a fare politica attiva da ragazzino, di giravolte ne ho viste tante. Ma mai - osserva - con la spregiudicatezza e la slealtà che abbiamo visto dai Cinquestelle. Prima hanno partecipato alle Primarie, hanno perso e hanno riconosciuto la vittoria della Chinnici. Poi, al novantesimo minuto, sono scappati portandosi il pallone. Sul campo largo e sulle Primarie ci abbiamo messo la faccia, tutti, davanti ai siciliani. Se avesse vinto la Floridia, a parità di difficoltà dei rapporti nel quadro nazionale, noi l’avremmo sostenuta. E invece poi Conte ha incoronato Di Paola nuovo candidato solitario.
«L’ha fatto senza il minimo rossore - sottolinea Barbagallo - un quarto d’ora dopo aver annunciato la rottura dell’alleanza. Conte ha rotto spudoratamente un patto politico sottoscritto. Ma ha anche violato un’obbligazione giuridica. Il Movimento 5 Stelle, scegliendo di partecipare alle Primarie - sostiene Barbagallo - aveva sottoscritto l’impegno di sostenere il vincitore. E ora, invece, propone Di Paola, un candidato illegittimo rispetto a un accordo firmato».
Immediata la replica del candidato alla presidenza della Regione del M5S Nuccio Di Paola. «Mi chiedo - dichiara - cosa abbia di democratico il Pd: pensa di potere fermare l’azione politica del Movimento 5 Stelle in Sicilia minacciando un’azione legale nei nostri confronti a dir poco rocambolesca. Pensa di intimorirci brandendo il tema della giustizia?. Con questo atteggiamento il Pd conferma l’approccio burocratico che ha avuto fin dall’inizio».
«Noi avevamo presentato nove punti di programma a Caterina Chinnici - afferma Di Paola - Subito dopo ricevetti le proposte avanzate da Claudio Fava per i Centopassi. Dal Pd invece zero assoluto, nulla. Si limitarono a dire, nell’incontro con Chinnici, che per loro andava bene la sintesi fatta dalla candidata. Tra l’altro su due punti, per noi dirimenti, la risposta fu blanda e mi riferisco alla riforma delle Aziende sanitarie provinciali per togliere di mano le nomine alla politica e la revoca della gara per i termovalorizzatori. La verità è che avevamo visioni differenti, per cui l’alleanza non poteva esserci. Noi continueremo a parlare di politica, loro facciano quel che vogliono».

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