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Scoma e Prestigiacomo primi nomi per la Giunta Schifani. Maggioranza solida in aula

Dallo staff del presidente dicono di avere dormito poco per l’euforia del risultato elettorale, che è stato schiacciante e più ampio di quello previsto dai sondaggi: 16 punti in più sul secondo, Cateno De Luca. Per festeggiare la vittoria è arrivata a Palermo la capogruppo di Fi in Senato, Anna Maria Bernini, che ha partecipato alla cena con Renato Schifani e gli altri big del centrodestra. «La vittoria è stata chiara - dice il neo presidente della Regione siciliana - per fortuna anche i partiti locali hanno superato il 5% così all’Assemblea ci sarà agibilità totale». La proclamazione di Schifani dovrebbe avvenire entro la fine della settimana. Ma il governatore vuole accelerare per formare quanto prima il suo governo. «Dobbiamo partire subito con la giunta - afferma - Sarà composta da assessori politici-esperti, assessori tuttologi non li accetterò». Un refrain che ha ripetuto più volte in campagna elettorale per non avere sorprese dagli alleati, ai quali ha chiesto una «rosa di nomi». Poi sarà lui a scegliere.

Qualche nome circola già, come quelli di Francesco Scoma, senatore uscente della Lega, e di Stefania Prestigiacomo, che ha mancato la rielezione alla Camera. L’assessorato più "caldo» è quello della sanità. «Ho scoperto che è molto ambito dai partiti», chiosa Schifani. Ci vorrà più tempo invece per l’insediamento degli eletti in Assemblea. All’ufficio elettorale delle Autonomie locali aspettano ancora i risultati di una alcune decine di sezioni perché nei seggi si sono verificati alcuni problemi che stanno rallentando la macchina. Non appena saranno comunicati gli ultimi dati si procederà all’attribuzione dei seggi. La segreteria generale dell’Assemblea convocherà i neo deputati eletti per l’accoglienza, probabilmente nell’ultima settimana di ottobre, a novembre poi la prima seduta parlamentare per l'insediamento dei 70 neo-eletti. Sono otto le liste elettorali che hanno superato lo sbarramento del 5%, previsto dalla legge regionale. Per 11 liste, invece, non scatterà alcun seggio. L’en plein lo fa il centrodestra: 5 su 5. Ritorna all’Ars il simbolo della Dc: il partito di Totò Cuffaro ha superato il 6%. Staccano il biglietto per sala d’Ercole anche i «Popolari e autonomisti» di Raffaele Lombardo (una manciata di voti in più della Dc), Lega-Prima l'Italia con poco più del 6%. FdI ha superato di un soffio Fi, ed è il primo partito della coalizione.

Nel centrosinistra rimane fuori dal Parlamento Centopassi, poco sopra il 3%, con il suo leader Claudio Fava che ieri ha annunciato, dopo 30 anni, il ritiro dall’impegno politico. Nessun seggio per Azione-Iv-Calenda, intorno al 2%, e per "Sicilia Vera", la lista del movimento di Cateno De Luca, che non è arrivata neanche al 3%. Su nove liste presentate - anche se non in tutti i collegi - per l’ex sindaco di Messina supera la soglia del 5% soltanto la lista «De Luca sindaco di Sicilia-Sud chiama Nord», che va oltre il 13%. Sopra il 13% anche il M5s. Schifani potrà contare dunque su una buona maggioranza, almeno quaranta parlamentari; di fronte però si ritroverà una opposizione agguerrita, guidata da Pd e M5s (entrambi con 11 deputati a testa), e soprattutto da Cateno De Luca, la sorpresa di questa tornata elettorale. 

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