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IL COMMENTO: Una politica irredimibile

La mossa di Gianfranco Micciché si può leggere come un avviso ai naviganti del centrodestra siciliano, con un sottofondo intimidatorio

La mossa di Gianfranco Micciché si può leggere come un avviso ai naviganti del centrodestra siciliano, con un sottofondo intimidatorio. Il primo destinatario è Renato Schifani. Sono due gli impulsi che muovono il presidente uscente dell’Ars. Uno alligna nel risentimento personale. Il nuovo governatore era il regista dei frondisti che hanno insidiato il feudo siciliano di Miccichè, schierandosi apertamente con Musumeci fino a sconfessare il ruolo del ras di Forza Italia. L’altro impulso serpeggia nella strategia politica che si snoda tra Roma e Palermo. Miccichè ha rovesciato il tavolo del centrodestra per scongiurare il “Musumeci bis”, con l’obiettivo di imporre il suo candidato alla guida della Regione. Ma a un chilometro dal traguardo si è dovuto fermare, incassando il candidato più indesiderato e ostile alla sua visione espansionista. Ora gli rimane l’ultimo campo di battaglia nel quale può esercitare un ruolo. Sugli assessori della giunta regionale Gianfranco Miccichè si gioca la sopravvivenza politica. Se non riuscirà ad occupare le caselle che contano il suo potere entrerà in una fase crepuscolare. Ecco perché si è acquattato alle spalle di Schifani. Lo deve marcare a vista.

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