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Dallo Stretto alla Svizzera, la storia dell'enfant prodige della neuroradiologia di Messina

Chi lo ha conosciuto e ci ha lavorato fianco a fianco racconta che Gianmarco Bernava, medico curioso e instancabile, annotava pazientemente qualsiasi cosa che potesse essergli utile per la sua carriera, come lo studioso vorace che trae dai suoi appunti la linfa per operare bene. E oggi, a trentaquattro anni, con i passi felpati e l' umiltà di chi non si sente mai arrivato, è considerato un “enfant prodige” della Neuroradiologia.

Infatti, si è realizzato pienamente all’Ospedale universitario di Ginevra, in Svizzera. «All’inizio – racconta – volevo fare il pompiere, poi l' avvocato, e infine il pilota di aerei, anche se credevo che non sarebbe stato possibile per i problemi di vista. Poi ho capito che mi sarebbe piaciuto salvare vite e lavorare nell' ambito dell' emergenza-urgenza. Sono stato pure fortunato perché ho trovato un ramo che mi ha appassionato dal primo giorno di università».

La versione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione della Gazzetta del Sud - edizione di Messina.

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