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La ludopatia e la mappa del gioco a Messina: in pole le slot

Centinaia di milioni in tutta Italia dilapidati tra slot machine e videolotterie

Dipendenza. Come la droga, come l'alcool. Il gioco è una dipendenza che spesso si allea con altre dipendenze. Ed uscirne diventa sempre più complicato. A Messina ogni cittadino ha speso in media, nel 2017, 1.047 euro per i giochi gestiti dallo Stato e alle slot machine.

Una spesa pro-capite che vale il posto numero 1.746 su 7.954 comuni italiani e, tra quelle delle stesse dimensioni, è al 14esimo posto sui 15 comuni che hanno tra i 50 mila e i 200 mila residenti.

La “fotografia” della Messina che gioca viene fuori spulciando numeri e analisi del database realizzato dal Visual Lab del Gruppo Gedi, che insieme a Dataninja ed Effecinque ha elaborato i dati dell’Aams (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).

Una mappa del gioco e del gioco d’azzardo in Italia che non colloca Messina tra le città in cui si spende di più, ma che dipinge un quadro effettivo di come in ogni caso la “tassa” che ogni messinese è disposto a pagare annualmente, pur se non obbligato, evidentemente, per i giochi gestiti dai Monopoli – dalle slot al Bingo, dai Gratta e vinci al Superenalotto – è alta, più alta di altre voci di bilancio di una famiglia.

Del resto il dato complessivo dice che nel 2017 i soldi spesi in giocate sono stati pari a 245,38 milioni di euro, a fronte di vincite per 184,42 milioni in cui la voce del leone spetta alle slot (33,9 milioni) e ai Bingo (19,6 milioni). Una torta che si dividono quasi equamente lo Stato e i concessionari: nelle casse statali nel 2017 da Messina sono arrivati 31,34 milioni, in quelle degli esercenti 29,62 milioni.

Ancora più interessante è capire a cosa si gioca di più, in riva allo Stretto. Il record spetta alle slot, che vanno distinte tra slot Awp (le cosiddette macchinette, quelle che accettano solo monetine e si trovano frequentemente in bar e tabaccherie), che hanno incassato nel 2017 48,3 milioni, e slot Vlt, le videolottery, che a differenza delle prime accettano anche banconote e consentono giocate più alte, tant’è che qui i cittadini di Messina hanno speso 52,3 milioni.

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