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Dal Marocco a Messina, la storia di Sokaina: l'ingegnere selezionato dalla Kohler

Sokaina Fayed

«Che senso ha la vita se non ci facciamo valere? Dobbiamo essere un esempio per chi verrà dopo». Viso pulito. Sorriso contagioso. Sokaina Fayed, classe 1993, studentessa di Ingegneria industriale, meccanica e materiali è stata selezionata da Kohler, azienda erede dello storico marchio Lombardini, per partecipare alla seconda edizione del progetto "She, Kohler", che ha dato ad alcune giovani aspiranti ingegneri di talento, scelte su tutto il territorio nazionale, l'opportunità di vivere un'esperienza straordinaria. Obiettivo, quello di confrontare idee e abilità attraverso lo svolgimento di attività insieme alle Project engineer e manager.

Una bella soddisfazione non solo per la studentessa ma per tutta la sua famiglia, che dal Marocco, è approdata a Messina. «Mio papà Said studiava Biologia - racconta Sokaina - e voleva continuare i suoi studi in Francia. Ha avuto delle difficoltà ed è approdato in Sicilia. A Reggio ha conosciuto mia madre Fatima e insieme hanno iniziato il loro percorso di vita». Nella città dello Stretto nasce Sokaina, il suo nome arabo rimanda alla Serenità. Fino all'età di 5 anni resta qui, poi si trasferisce nella terra di origine della sua famiglia: «Nella città peloritana sonotornata definitivamente a 14 anni, anche se ci venivo spesso in vacanza. Questa fase l'ho sempre definita una palestra di vita. Mi sono iscritta al liceo Archimede e se penso agli inizi mi viene da sorridere. Ero chiamata a parafrasare l'Eneide quando non sapevo dire neanche buongiorno».

La ragazza però non si dà per vinta: studia e si impegna tantissimo per capire le lezioni. E nel 2013 si diploma: «Sognavo sempre in grande. Mi vedevo a guidare aerei o a progettarli. Alla fine ho scelto di studiare Ingegneria industriale e man mano è aumentata la passione per i motori. Sono prossima alla laurea e sono felice di tutto il mio percorso. Certo, alla base ci sono molte rinunce e davvero bisogna impegnarsi tanto».

Ma come è nata la possibilità di partecipare a questo progetto? «Ho visto l' annuncio sulla pagina Facebook del Dipartimento e ho mandato il mio curriculum. Dopo una settimana ho ricevuto la buona notizia che ero stata scelta. Sono andata alla Kohler di Reggio Emilia. Un'azienda che produce tantissime cose, tra cui motori. Abbiamo avuto la possibilità non solo di consegnare il nostro curriculum, ma anche di fare un tour in azienda. E ci hanno fatto vedere tutti i passaggi della nascita del motore: dalla produzione al lancio vero e proprio sul mercato. Un' esperienza interessante per tutti gli studenti come me, anzi le studentesse, visto che eravamo tutte donne».

Oggi Sokaina si sente in debito con i suoi genitori, perché tutti i loro sacrifici stanno avendo un senso: «Sono due emigrati che non vivono più tra la loro gente. E alla fine sono i veri punti di riferimento. Io comunque mi sento perfettamente integrata e figlia di entrambe le culture. E anche le mie sorelle tengono tanto alla formazione. Anzi, mia sorella Hajare ha seguito le mie orme e studia anche lei Ingegneria». La giovane però non si preoccupa solo del futuro lavorativo: «Dopo la laurea spero di fare qualcosa di importante e di essere utile sia al Paese che mi ha accolto che a quello mio di origine».

Tendere una mano, in realtà, fa parte del suo carattere. E proprio qualche anno fa ha deciso di aiutare i suoi fratelli venuti dal mare: «Nel 2013, come mediatrice linguistica, ho seguito lo sbarco dei migranti, aiutando il Comune di Messina. Io so come ci si sente quando non ti aiuta nessuno e per questo non ci ho pensato su due volte. Oggi con molti ragazzi che ho accolto sono rimasta in contatto e sono felice quando molti di loro mi raccontano che sono riusciti a realizzare i loro sogni».

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