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Piattaforme online, Skype, WhatsApp: a Messina la lezione arriva dalla “scuola 2.0”

Le scuole vanno avanti, nonostante tutto. Il futuro a breve termine è nebuloso, il confine temporale del 15 marzo è labile e l'ipotesi che lo stop si prolunghi è più che un'eventualità. Così ogni istituto, in ossequio alle indicazioni fornite dal Ministero, si rimbocca metaforicamente le maniche. Sperimentando le “cattedre 2.0” che, certo, non potranno mai sostituire il contatto umano, ma oggi appaiono l'unica via per portare a termine un anno scolastico senza precedenti.

La formula magica è: didattica a distanza. Nell'era in cui anche il registro è diventato elettronico, elettroniche saranno pure le lezioni. Proprio il registro “virtuale” viene utilizzato per le varie comunicazioni, mentre per lezioni, assegnazione di eventuali verifiche e videolezioni vengono utilizzate piattaforme online diventate, oggi, strumento “salvifico” per le scuole.

Al liceo Maurolico di Messina, che utilizzerà “WeSchool”, saranno organizzate videolezioni in diretta solo in alcune ore della settimana, «in corrispondenza con il normale orario del docente» e a fine settimana i docenti valuteranno la partecipazione alle proposte didattiche. Il liceo La Farina-Basile, preliminarmente, ha organizzato giovedì scorso un webinair online di “formazione” proprio sull'uso delle piattaforme. Anche al Seguenza sono stati forniti dei tutorial per l'utilizzo della piattaforma “Edmodo” (la stessa utilizzata dall'istituto Santa Margherita), con cui sono state avviate le lezioni a distanza.

Si chiama “Google Classroom”, invece, lo strumento utilizzato al liceo Bisazza, mentre nella bacheca del registro elettronico vengono inseriti i materiali di studio. All'Archimede, ancora, avviene tutto dentro l'aula “virtuale” di Argo (usata da gran parte delle scuole). L'Ainis, invece, si affida alle piattaforme “Area Fad” e “Open Class”, specificando anche che i docenti di sostegno, per i loro alunni, potranno avvalersi anche di collegamenti tramite WhatsApp.

Alla Mazzini Gallo si spazia tra Google Classroom, piattaforme editoriali, bacheche elettroniche e chat. Sono stati gli stessi alunni, al liceo San Giovanni Bosco, a sollecitare invece l'utilizzo di Skype per le videolezioni. Didattica a distanza tramite “Argo” per gli studenti di scuola secondaria, al La Pira-Gentiluomo, e tramite WhatsApp per gli alunni della primaria. L'Albino Luciani, in più, ha predisposto uno spazio e-learning sul sito web per intrattenere i bambini dell'infanzia e della primaria. Il Verona Trento-Majorana una piattaforma se l'è trovata in “casa”: è quella creata da un docente, nella quale centinaia di studenti, già da anni, scambiano materiali. L'Istituto Mazzini, che si avvale di Argo quanto di Google Suite, ha voluto prima di tutto inviare «messaggi rassicuranti a tutti gli alunni».

Alla Paino-Gravitelli e alla Manzoni-Dina e Clarenza, tra le altre modalità, su Argo si potrà fruire di hangout per lo strumento musicale. Sulla stessa scia gli istituti Catalfamo, Caminiti-Trimarchi, Boer-Verona Trento e tutti gli altri.

Una menzione a parte merita, tra le paritarie, il Collegio Sant'Ignazio, che oltre alle videolezioni, garantisce le attività motorie di base «con un intenso calendario per tutta la scuola primaria». Di fatto l'unica scuola aperta per lo sport, nei campi polifunzionali e nella palestra, seguendo le disposizioni del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri su condotte da tenere e distanze da rispettare. In giorni che segneranno un prima e un dopo per la “nuova” didattica, arriva il segnale più forte: la scuola non si ferma. Di più. Dalla scuola, dalla conoscenza, si deve, giocoforza, ripartire.

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