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Da Casablanca a Messina, Meryem la resiliente: esempio per ragazze che coltivano un sogno

Meryem Fayed

«Credo molto nella resilienza, non mi faccio abbattere facilmente, anche se la vita spesso e volentieri ci mette di fronte a diversi ostacoli, che preferisco considerare prove utili nel nostro cammino per renderci più forti, perché spesso e volentieri ci mettono davanti ad un bivio in cui è possibile fare due cose: crearci un alibi per la resa, o darci la carica per rendere la nostra vita migliore». Era solo una bambina Meryem Fayed, oggi diciannovenne giunta alla maturità che si definisce forte, perseverante e premurosa, quando da Casablanca con la sua famiglia è approdata a Messina. I suoi coetanei si erano già messi alla spalle i primi libri di lettura colorati, in cui erano impresse le lettere dell' alfabeto, mentre lei doveva ricominciare a passi spediti recuperando il tempo perduto. La differenza culturale non la percepiva, perché in fondo, nel suo paese di origine, in cui si mischiavano «persone chiare e scure» non era palpabile.

«Avevo sette anni quando sono arrivata nella città dello Stretto con la mia famiglia - raccontato Meryem - sono cresciuta con l'idea che siamo diversi solo all'esterno ma presto purtroppo mi sono dovuta ricredere. Infatti, le difficoltà non sono mancate. I pregiudizi frutto dell'ignoranza mi sono piovuti addosso e imparare una nuova lingua è stato davvero arduo». E di quel primo periodo, in una nuova terra, ricorda un episodio che non dimenticherà mai che appare come un flashback di un film. Lei, piccola alla lavagna, chiamata a risolvere un problema di matematica, con i suoi capelli adornati con una fascia, che non assomigliava neanche lontanamente ad un velo. E una maestra prossima alla pensione che esclamò delle parole infelici rattristandola: "Voi con il velo, siete sempre le più stupide". Tante le amarezze ingoiate trasformate in forza crescendo. Mentre la passione per la cucina è nata quasi per gioco osservando i manicaretti preparati da mamma, che le ha insegnato da piccola a riconoscere tutte le spezie solo dall'odore, ad impastare a mano, a pelare, a tagliare e "vivere" gli alimenti.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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