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I parenti siciliani la chiamavano "Lella": Raffaella Carrà e il legame con la famiglia materna

I nonni di Caltanissetta: Vincenzo Dell'Utri, carabiniere, e Andreina

"Lella" da bambina. La Carrà aveva un forte rapporto con la Sicilia

Dietro il sorriso aperto e contagioso, la personalità energica, l’effervescenza e la solarità di Raffaella Carrà c’è molta Sicilia. Prima di diventare il volto iconico dello spettacolo e della televisione italiana, la Carrà si chiamava Raffaella Maria Roberta Pelloni, nata a Bologna nel 1943 e cresciuta in Romagna a Bellaria- Igea Marina  tra il bar del papà Raffaele Pelloni e  la gelateria della mamma Angela Iris Dell’Utri, ma dopo la separazione dei genitori si strinse alla famiglia materna siciliana, al nonno Vincenzo Dell’Utri, carabiniere di Caltanissetta, e alla nonna Andreina, proprietari di diversi locali sulla Riviera.

Da quando i genitori si allontanano (lei aveva solo due anni) la famiglia materna fu per lei assoluto punto di riferimento nonché stimolo ad intraprendere la strada dell’arte. La nonna Andreina, che amava la musica e suonava il violino (la sera cantava alla piccola Raffaella le più famose romanze) e indirizzò la nipote verso il mondo della danza classica a Bologna.
La mamma Iris le fu sempre vicina, la incoraggiò a seguire i suoi sogni, la consigliò con amore, fino alla fine, nel 1984, quando morì a soli 64 anni per un tumore ai polmoni; stessa morte prematura che occorse all’amato fratello Enzo, spentosi cinquantaseienne, anche lui per un tumore proprio nei giorni in cui la Carrà presentava il festival di Sanremo del 2001.

A questo affiatato gruppo familiare con salde radici siciliane  era legata la Carrà, di cui ci riporta alcune memorie il cugino, l’avvocato Fabio Granata, già deputato nazionale e vicepresidente della Regione Siciliana. «Il nonno di Raffaella – ci racconta Granata – Vincenzo Dell'Utri era il fratello di mia nonna materna Graziella Dell’Utri, quindi mia madre era prima cugina della mamma di Raffaella, Iris Dell’Utri. Suo nonno con la moglie  Andreina aveva un albergo e vari  locali sulla Riviera Adriatica. I nostri incontri sono stati a Roma nella sua bella casa di Montemario, (poi si trasferì a Vigna Clara) e anche a Siracusa dove la incontrammo dopo un suo spettacolo a Palazzolo. Il fratello, Enzo, era ospite a casa nostra. Ho sempre tenuto riservata questa parentela anche se non solo ammiravo Lella (così era chiamata a casa), ma ne ho apprezzato sempre la bellezza, la carica vitale, la semplicità, la straordinaria preparazione artistica ma anche il coraggio e le battaglie coraggiose e d’avanguardia».

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