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Strage di Capaci, Mattarella: "La Repubblica seppe reagire, la mafia è il cancro della civiltà"

Oggi, dopo la cattura di Messina Denaro, tutti i colpevoli accertati delle bombe del '92 e del '93 sono in carcere o deceduti

«I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia». Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda il Trentunesimo anniversario della strage di Capaci. «Il 23 maggio di trentuno anni fa lo stragismo mafioso sferrò contro lo Stato democratico un nuovo attacco feroce e sanguinario. Con Giovanni Falcone persero la vita sua moglie Francesca Morvillo, magistrata di valore, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, che lo tutelavano con impegno. Una strage, quella di Capaci, che proseguì, poche settimane dopo, con un altro devastante attentato, in via D’Amelio a Palermo, nel quale morì Paolo Borsellino, con Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. A questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria» continua Mattarella.

Gli eventi in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta «sono iscritti per sempre nella storia della Repubblica. Si accompagna il senso di vicinanza e riconoscenza verso quanti hanno combattuto la mafia infliggendole sconfitte irrevocabili, dimostrando che liberarsi dal ricatto è possibile, promuovendo una reazione civile che ha consentito alla comunità di ritrovare fiducia». «Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità». «L'azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire», conclude il Capo dello Stato.

De Lucia: "Quest'anno lo Stato ha un debito in meno coi propri martiri"

L’anniversario della strage di Capaci quest’anno «è una ricorrenza diversa, proprio perché oggi tutti i colpevoli accertati delle bombe del '92 e del '93 sono in carcere o deceduti. Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro lo Stato ha finalmente un debito in meno da pagare con i propri martiri». Così, al Corriere della Sera, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia.

«Molto resta da fare - aggiunge - per chiarire le zone d’ombra. Chi ha indicato i luoghi delle stragi del 1993, o le vere ragioni dell’accelerazione su Borsellino». Interventi esterni a Cosa Nostra «sono ipotesi - risponde - Di certo Cosa nostra è anche un insieme di intelligenze che nel tempo li hanno aiutati, e dunque non è irragionevole pensare ad altri soggetti che hanno svolto un ruolo di consulenza». «Matteo Messina Denaro - dice ancora il magistrato - rappresenta il passato stragista, ma aveva già avviato la nuova fase degli affari e dei traffici necessari a fare impresa. Ora che è uscito di scena quell'indirizzo resta. Tornare a occuparsi di traffico di stupefacenti e di appalti» sui quali «c'è la grande occasione del Pnrr che si cerca di sfruttare con imprese mafiose e attraverso i subappalti».

Rispetto alle indagini attorno a Messina Denaro «bisogna distinguere tra chi l’ha aiutato e chi s'è solo girato dall’altra parte». Ma, distingue, «nella borghesia mafiosa rientra non solo chi conosce i mafiosi, ma pure chi con loro cerca un dialogo e fa favori per averne altri», e «questa è una realtà che ha anche aspetti penali, reato di concorso esterno in associazione mafiosa».

Musumeci: "Scongiurare che affievolisca la memoria"

"Dobbiamo lavorare per scongiurare che, dopo 31 anni, si affievolisca tra gli italiani la memoria della tragica fine di Giovanni Falcone, della consorte Francesca e del personale di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In questi decenni la Sicilia è cambiata, lentamente, maturando la consapevolezza che l’impegno antimafia riguarda tutti e che va predicato e praticato ogni giorno, senza retorica e senza ipocrisia. Rimane la speranza di conoscere finalmente tutta la verità su quella drammatica stagione - di sangue, di opacità, di omissioni - che ha segnato la storia della nostra Nazione". Lo dichiara il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci.

Ottanta baby sindaci con Piantedosi, Meloni in collegamento dal Cdm

Alle manifestazioni del 23 maggio, in ricordo della strage di Capaci del 1992, la premier Giorgia Meloni interverrà, in collegamento da Roma, durante il Consiglio dei ministri dedicato all’alluvione dell’Emilia Romagna. Parteciperà così all’iniziativa che si terrà nella mattinata all’interno e all’esterno dell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo. Sarà invece presente nel capoluogo siciliano il ministro degli Interni Matteo Piantedosi che inizierà la giornata nel giardino di palazzo Jung, in via Lincoln, dove verrà ospitato il museo che sarà dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Con lui ci saranno Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci e presidente della Fondazione Falcone, il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco Roberto Lagalla e il prefetto Maria Teresa Cucinotta. Poi le autorità si sposteranno nell’aula bunker.

Intanto oggi pomeriggio il secondo circolo didattico 'Ruggero Settimo' di Castelvetrano è stato intitolato al piccolo Giuseppe Di Matteo. Rapito da Cosa Nostra all’età di dodici anni, dopo che il padre aveva cominciato a collaborare con la giustizia, fu tenuto in ostaggio per 779 giorni e, pochi giorni prima del quindicesimo compleanno, nel 1996, assassinato per strangolamento e sciolto nell’acido su ordine del capomafia della cosca corleonese Giovanni Brusca. La cerimonia di scopertura della targa si è svolta all’esterno del plesso scolastico che si trova nel quartiere Badia, dove abitano i familiari del boss Matteo Messina Denaro.

E domani a Palermo, nel palco davanti all’aula bunker, ci saranno anche 80 baby sindaci con la fascia tricolore provenienti da tutta Italia, il coro del liceo Meli, delegazioni della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia penitenziaria, dei Vigili del Fuoco. Ad organizzare la manifestazione è la Fondazione Falcone. Saranno presenti, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il capo della polizia Vittorio Pisani, il procuratore capo Maurizio De Lucia, il vicecomandante del Ros Gianluca Valerio. All’interno dell’aula bunker ci saranno studenti provenienti da tutto il Paese.

Sono previsti anche un videomessaggio della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e collegamenti con Roma, Firenze e Milano dove avvennero gli attentati di mafia del 1993. Alle 12,35 si terrà una cerimonia nella caserma della polizia Lungaro. Alle 15, in via Duca della Verdura, davanti al murales «La porta dei Giganti», nei pressi dell’aula bunker, è previsto il concentramento del corteo che sfilerà fino a raggiungere l’albero Falcone di via Notarbartolo, dove abitava il giudice. Previsti un collegamento con Renzo Piano da Parigi e un altro dalle zone colpite dall’alluvione. Sul palco saliranno anche Maurizio Carta, assessore all’urbanistica del Comune di Palermo, la sovrintendent Beni Culturali e ambientali Selima Giuliano (figlia di Boris, il commissario di polizia ucciso dalla mafia), Mario Faro, imprenditore fondatore di Radicepura, ed il botanico Giuseppe Barbera. Con Maria Falcone saranno presenti anche Piero Grasso e Giuseppe Ayala, colleghi e amici di Giovanni Falcone. Alle 17,58, l’ora della strage in autostrada, un trombettiere della polizia suonerà il silenzio. Poco prima, alle 17,43 (l'orario di atterraggio dell’aereo su cui viaggiava Falcone), nella sala imbarchi dell’aeroporto a Punta Raisi, sarà eseguita la Sonata n.1 in fa minore per clarinetto e pianoforte di Brahms.

Da oggi è visitabile al Teatro Garibaldi la mostra fotografica di Tony Gentile, l’autore dello scatto che immortala Giovanni Falcone insieme a Paolo Borsellino in un incontro al Palazzo Trinacria, pochi giorni prima della strage di Capaci. Sono esposte, tra le altre, le immagini delle manifestazioni antimafia che seguirono le stragi. E oggi la mostra fotografica itinerante dell’ANSA 'L'eredità di Falcone e Borsellino' ha concluso il suo tour per il trentennale delle stragi mafiose al Palazzo di Giustizia di Trapani. L'iniziativa è promossa dalla sezione di Trapani dell’Associazione nazionale magistrati e dalla Regione siciliana, presente con l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Mimmo Turano.

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