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Al Messina non basta l'arrivo di Oberdan Biagioni per invertire la rotta

Neanche l’arrivo di Oberdan Biagioni ha dato la scossa a una squadra sempre più priva di certezze e che sembra una parente prossima di quella dell’inizio dello scorso campionato.

Sicuramente, nessuno si aspettava, dopo solo tre giorni di allenamenti con il nuovo tecnico, rivoluzioni tattiche o chissà quale metamorfosi tecnica, ma quantomeno un sussulto d’orgoglio, dopo il cambio sulla panchina che ha portato all’addio di Pietro Infantino e all’arrivo di Oberdan Biagioni.

E invece, ecco la solita partita a metà dei giallorossi, condita da cose buone e altre meno buone, ma con il leitmotiv della mancanza di personalità che, unita al ripetersi di errori individuali, difficilmente ti fa portare a casa i tre punti.

La classifica, del resto, è la diretta conseguenza e lo specchio fedele delle incertezze di una squadra costruita a più mani (e passata da altrettante) in appena tre mesi. Perché, nonostante siano evidenti alcune lacune nell’attuale organico (dal punto di vista tecnico, caratteriale e numerico), è altrettanto evidente che questa squadra non è da terz’ultimo posto, né è inferiore ad altre che in questo inizio di campionato veleggiano verso le alte zone della classifica.

Ma quattro punti in sei partite, con una sola vittoria e ben quattro sconfitte; sei reti realizzate e ben quindici (nettamente la peggior difesa del girone) subite; la peggiore differenza reti, a meno nove; sono un chiaro segnale d’allarme per Oberdan Biagioni.

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