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Screzi, polemiche e veleni: il derby di Messina prosegue ai tempi "supplementari"

Continua a suon di comunicati la stracittadina tra Acr e Città. Uno strascico squallido di una partita che sul campo ha detto pochissimo e che al di fuori ha vissuto momenti di grande tensione. L'Acr si rivolge ai rappresentanti della stampa, alla città e ai tifosi chiedendo scusa per quanto avvenuto domenica pomeriggio al termine della gara negli spazi adibiti alle interviste e nella hall dello stadio Franco Scoglio.

«Purtroppo la tensione dell’evento sportivo - si legge in un comunicato - è stata una componente negativa nella gestione del post partita. Avevamo chiesto e ci sarebbe piaciuto poter condividere una nota congiunta con l’altra società ma così, purtroppo, non è stato e quindi, da padroni di casa, ci sembra doveroso scusarsi con chi in quel momento stava svolgendo il proprio lavoro e con i nostri tifosi».

Alla luce delle decisioni del Giudice Sportivo, inoltre, la società «diffida chiunque ad accostare il nome di qualsiasi suo tesserato ad espressioni discriminatorie o frasi razziste. Il referto della terna arbitrale e le motivazioni del Giudice Sportivo parlano chiaro e la nostra società ha un regolamento ed un codice etico firmato da tutti i tesserati. Diversamente saremo costretti a dare mandato ai nostri legali di tutelare il nome e la reputazione della società e dei nostri tesserati».

Il Città ha risposto con un lunghissimo comunicato. «Entrando nello spogliatoio riservato alla formazione ospite - si legge -. i nostri calciatori hanno sin da subito avvertito un forte calore provocato dal sistema di climatizzazione della struttura, che nel corridoio risultava invece spento, e la mancanza di acqua nei sanitari. A dimostrazione che il clima di tensione è stato evidentemente voluto e/o mal gestito dalla società padrone di casa fin dal pre-partita».

«La situazione è stata risolta solo all'arrivo del nostro addetto alla sicurezza a pochi minuti dall'inizio della partita - prosegue -. Intorno alla metà del primo tempo il calciatore Losseni Fofana ha volutamente interrotto il gioco per evidenziare al direttore di gara che da bordo campo lato gradinata (zona riservata per la partita ai bambini delle scuole calcio, alle famiglie ed agli istruttori) sin dall'inizio della partita, giungessero gravi frasi ingiuriose, purtroppo urlate ed ascoltate dagli stessi piccoli atleti».

«L'arbitro, rendendosi conto della veridicità delle lamentele, ha allontanato un membro, probabilmente non autorizzato a stare in quella zona - aggiunge il comunicato -. La nostra squadra è stata accusata di atteggiamento anti-sportivo e di eccessive perdite di tempo durante il corso della partita ma pochi sono stati gli organi di informazione e di stampa che hanno messo in luce l'eccessivo agonismo della formazione avversaria, sfociato in gesti violenti come quello del calciatore Arcidiacono Pietro sul calciatore Fragapane Alessandro nel corso del primo tempo».

«Nel post-partita il presidente Maurizio Lo Re dirigendosi verso la sala stampa ha avvisato un membro del Cda della società ospitante della volontà di ricostruire i fatti durante la conferenza post-gara, anche a seguito del colloquio con il calciatore Losseni Fofana in preda ad una crisi di pianto negli spogliatoi. All'interno della sala stampa il presidente veniva aggredito verbalmente con frasi offensive ed ingiuriose con ripetuti tentativi di aggressione fisica da parte del dirigente Gianluca Torma».

«Infine - denuncia il Città - nel parcheggio antistante allo stadio "Franco Scoglio", il tesserato Losseni Fofana subiva il tentativo di aggressione da parte di un tesserato dell'Acr Messina che provava a trascinarlo fuori da un'autovettura. Gli episodi sopracitati sono stati ripresi dalle telecamere degli addetti ai lavori e sono avvenuti alla presenza di svariati testimoni».

«Il Città di Messina - conclude la nota - tiene allontanarsi dagli episodi qui descritti, ben lontani dai valori e dalla mission che l'attuale proprietà sta perseguendo. Il Città ad oggi disputa il campionato di Serie D, tracciando un percorso inevitabilmente diverso da quello dell'Acr Messina che per blasone e storia dovrebbe ambire a ben altre categorie. La nostra formazione, composta in larga parte da messinesi (nella partita con l'Acr Messina 7 di questo erano titolari, mentre 4 erano in panchina) e giovani del territorio, continuerà a lottare da qui alla fine del campionato per il mantenimento della categoria. Dal Città di Messina l'augurio alla Società Acr di un roseo futuro, con l'auspicio di rivederla presto tra i professionisti».

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