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"L'Ora, inchiostro contro piombo": da domani la serie ispirata al quotidiano palermitano

Claudio Santamaria sarà il direttore Nicastro, una figura ispirata al leggendario Vittorio Nisticò, il primo a usare la parola "mafia"

«E’ una una delle serie di cui vado più orgoglioso, che mi coinvolge non solo come attore, ma come cittadino. Invito i genitori a guardarla con i figli. I nostri ragazzi oggi sono molto affascinati dal male. Invece questa serie racconta un gruppo di eroi positivi, anche spericolati, le cui armi erano le macchine per scrivere, la carta stampata e la velocità del pensiero ed è importante mostrare la differenza, come si possa combattere onestamente, nonostante le ostilità della malavita». Parola di Claudio Santamaria, protagonista della serie «L’Ora, inchiostro contro piombo», in onda su Canale 5 da domani in cinque prime serate, una co-produzione RTI - Indiana Production, per la regia di Piero Messina, Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi. . Interpreta Antonio Nicastro, un giornalista ispirato alla figura di Vittorio Nisticò, leggendario direttore del quotidiano «L’Ora“ di Palermo, «il primo a utilizzare la parola mafia su un quotidiano, quando il termine era impronunciabile», dice all’Ansa.

All’epoca, l’editore Amerigo Terenzi affidò la direzione del quotidiano a Vittorio Nisticò, classe 1919. La storia si apre con un giallo: a Corleone sparisce un sindacalista e un giovane cronista gli porta la notizia. Nicastro intuisce che sotto c’è qualcosa di grosso. Venuto da Roma con la moglie Anna (l’attrice Silvia D’Amico) per tagliare i costi del giornale licenziando, si ritroverà con un’inchiesta da prima pagina contro la mafia.

La serie ripercorre, nella Palermo degli anni 50, l’epopea del quotidiano fondato nel 1900 dalla famiglia Florio che in quel periodo iniziò a pubblicare scottanti inchieste contro la mafia. «L’Ora ebbe il coraggio professionale e umano di affrontare una tematica sociale scottante, in un clima di tabù e omertà quando si trattava di parlare di mafia». Tramite le pagine de L’Ora, Nicastro e la sua redazione svelarono i retroscena dei fatti di sangue, all’epoca all’ordine del giorno in Sicilia.

Per diventare Antonio Nicastro, Santamaria ha lavorato «anche sul carattere dell’uomo, restio ad ogni tipo di compromesso. Al centro di tutto mette la notizia, la ricerca della verità e della giustizia. Ignorava gli amici degli amici». La storia è liberamente tratta dal romanzo «Nostra Signora della Necessità» (Einaudi), scritto da Giuseppe Sottile che ha lavorato a L’Ora. Santamaria ha incontrato anche Claudio Fava (figlio del giornalista Pippo Fava, ucciso da Cosa Nostra nel 1984), uno degli sceneggiatori ma anche presidente della Commissione regionale antimafia in Sicilia.

La serie va in onda a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. «Avevo 18 anni – sottolinea Santamaria – , stavo iniziando l’Accademia, è stato un momento dolorosissimo, di vuoto totale, che mi sono portato dentro per molto tempo. Mi ricordo dove mi trovavo, e le parole del figlio di Montinaro. I giudici Falcone e Borsellino sono degli eroi, un simbolo forte e fonte di ispirazione».

La prima inchiesta contro Cosa Nostra arriva a metà ottobre del 1958: L’Ora sbatte in prima pagina la foto di Luciano Liggio. Sotto la foto c’è un titolo a nove colonne, composto da una sola parola: «Pericoloso». La mafia non resta a guardare. Domenica 19 ottobre 1958, la tipografia subisce un attentato con quattro chili di tritolo. La fiction mostra un mondo editoriale che non c’è più: il rumore delle macchine per scrivere, il fumo delle sigarette in redazione. Nicastro ha un look d’epoca con impermeabile e cappello. «È quasi una serie in costume». L’Ora «era anche un un polo culturale che attraeva artisti del calibro di Louis Armstrong e Maria Callas».

Nicastro, afferma ancora Santamaria «riteneva che la libertà inizia dove finisce l’ignoranza». Tre cronisti del quotidiano vengono uccisi: «Noi ne raccontiamo uno in particolare, non copriamo tutto l’arco temporale. Comunque che il giornalismo d’inchiesta non debba avere bavagli, questo L’Ora lo ha intuito, grazie a questo eroe dell’informazione che ha fatto da apripista a tanti».
Dopo aver finito le riprese del nuovo film «Educazione fisica», Santamaria conferma di aver iniziato le riprese della seconda stagione della serie tv «Christian».

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