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Venti condanne definitive per la mafia emergente di Barcellona: nomi e foto

Ricorsi dichiarati inammissibili o rigettati. Diventano quindi definitive, dopo il passaggio in Cassazione, venti condanne per la mafia emergente di Barcellona e della zona tirrenica, fotografata da magistrati e investigatori tra le carte dell’operazione “Gotha 5”.

Questa puntata della “Gotha” ha focalizzato gli affari sporchi della mafia barcellonese a Milazzo e negli altri centri tirrenici all’indomani dell’arresto di tutti i boss storici, con alcuni “figli d’arte” in prima linea per continuare l’oppressione mafiosa. È questo il nucleo centrale d’interessi criminali che fu svelato un paio di anni addietro. E si tratta ora in pratica del sigillo giudiziario finale di una serie di condanne, dopo i riti abbreviati.

La quinta sezione penale della Cassazione, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, ha dichiarato inammissibili - quindi non è nemmeno entrata nel merito della vicenda -, i ricorsi presentati da Salvatore Artino, Alessio Alesci, Antonino Biondo, Marco Chiofalo, Miloud Essaoula, Antonino Genovese, Filippo Munafò, Giuseppe Ofria, Orazio Salvo, Mario Pantè, Santo Gullo, Carmelo Crisafulli, Santino Benvenga, Giuseppe Reale e Giovanni Fiore. Dopo averli esaminati, ha poi rigettato i ricorsi presentati da Sebastiano Torre, Salvatore Chiofalo, Giuseppe Cammisa, Angelo Bucolo e Bartolo D’Amico. Per effetto delle decisioni adottate dalla Cassazione le venti condanne inflitte a suo tempo in appello a questi imputati della “Gotha 5” diventano definitive. La materia passa al profilo della “esecuzione” della pena.

Si tratta in concreto delle indagini dell’operazione “Gotha 5” e degli altri due tronconi “Gotha 5 bis” e “Gotha 5 ter”, sui nuovi assetti della mafia barcellonese dal 2013 in poi. Le operazioni, che a suo tempo furono coordinate dai sostituti della Dda di Messina, Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, sono scattate in tre tranche investigative portate avanti dai carabinieri del Ros e dal Commissariato di Polizia di Barcellona, tra l’aprile e il novembre del 2015.

Al centro dell'inchiesta diverse estorsioni ai danni di imprenditori, commercianti, gestori di discoteche e ristoranti della zona tirrenica della provincia di Messina.

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