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Traffico di droga nelle piazze catanesi, "ostaggi" dei clan per garantire i pagamenti: 12 arresti - Nomi e foto

La polizia di Catania ha arrestato dodici persone accusate di essere responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga, e più episodi di estorsione, con l'aggravante per avere commesso il fatto sia con il metodo mafioso che al fine di favorire l'associazione medesima.

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica Dda hanno consentito di documentare come il gruppo mafioso operante nell'hinterland del capoluogo etneo avesse, nel tempo conquistato il controllo delle attività illecite come il traffico di stupefacenti e l'imposizione del pizzo.

Dall'inchiesta emerge come i clan siano in difficoltà economica e non riescano a pagare gli "stipendi" alle famiglie degli affiliati detenuti e le loro spese legali e che per ricevere una grossa partita di marijuana dall'Albania è costretto a dare in garanzia dei suoi uomini tenuti in "ostaggio" fino al saldo del debito.

Da qui il nome dall'inchiesta "Hostage" che ha colpito il clan Mazzei che gestiva una piazza di spaccio e le estorsioni in una frazione di Misterbianco assieme a un esponente della famiglia Santapaola-Ercolano.

Le indagini della squadra mobile della Questura hanno portato all'esecuzione di un'ordinanza cautelare del Gip per 12 indagati: 9 arrestati, uno posto ai domiciliari e due provvedimenti notificati a persone già detenute. Tra quest'ultimi Orazio Coppola, 55 anni, esponente del clan Mazzei, accusato di essere il capo e il promotore dell'attività criminale.

In particolare è accusato di gestire una 'piazza di spaccio' a Lineri, in territorio di Miterbianco, mentre Carmelo Distefano, 35 anni, della cosca Santapaola, arrestato, ne gestiva una nel rione San Giovanni Galermo di Catania.

I due, è emerso dalle indagini della squadra mobile, a corto di grosse liquidità finanziarie, avevano realizzato una sorta di 'joint venture' di capitali per acquistare grosse partite di marijuana in Albania. Investimenti per diverse centinaia di miglia di euro che i due gruppi, decimati da operazioni antimafia e colpiti finanziariamente da sequestri di beni, non avevano in contanti e per questo nel Paese dei Balcani a garanzia del debito hanno inviato, in più occasioni, almeno due dei loro uomini, indagati ma non tra gli arrestati, che sono stato rilasciati dopo essere stati per alcuni mesi 'ostaggio' del gruppo criminale straniero.

Le indagini dell'operazione 'Hostage' hanno anche fatto luce su sei casi di estorsione. Quattro delle vittime, che non avevano denunciato, dopo essere state contattate dalla squadra mobile per essere sentite hanno collaborato con le indagini. I particolari dell'inchiesta sono stati resi noti durante una conferenza stampa alla presenza, tra gli altri, del procuratore Carmelo Zuccaro e del questore Mario Della Cioppa.

In carcere sono finiti: Pietro Cosentino, 26 anni, Agatino Costantino, 54, Alessio D'Agostino, 24, Salvatore Imbrogiano, 41, Salvatore Licciardello, 61, Eugenio Mascali, 53, Giuseppe Quaceci, 26, Salvatore Quaceci, 41, e Giovanni Ventorino, 58.

Ai domiciliari è stato posto Antonino Nicolosi, di 44 anni. Il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere a due indagati già detenuti per altri reati: Orazio Coppola, 55 anni, ritenuto il capo e l'organizzatore dell'attività per conto del clan Mazzei, e Carmelo Distefano, 35 anni, ritenuto esponente della 'famiglia' mafiosa Santapola-Ercolano.

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