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Fontane di Messina a secco e nessun piano per il recupero - Foto

Niente alchimie politiche. Discorsi vuoti, rimpalli di responsabilità, comunicati stampa o “post” usati come armi di guerra. Parliamo di città. Della nostra città, Messina. Guardiamo quello che non va, molto, troppo. Pensiamo a quello che si può fare. Interveniamo con atti concreti, perché anche slogan affascinanti, come quello “Messina bella e produttiva”, diventano privi di senso, anzi veri e propri boomerang contro chi ne fa dei proclami.

Le meravigliose fotografie scattate da Marcello Mento riassumono, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola in un ampio servizio, lo stato penoso delle fontane cittadine. È uno spaccato importante di quello che in genere si definisce “arredo urbano” ma che, in realtà, sono elementi essenziali della vita di una comunità. Cosa sarebbe Roma senza piazza Navona e la fontana di Trevi? Cosa sarebbero migliaia di città nel mondo senza questi segni distintivi, forme che sono sostanza, immagini che fanno parte del loro stesso volto, tolte le quali non rimane che uno squallido agglomerato urbano.

Un piano di interventi, a breve, medio e lungo termine, dovrebbe coinvolgere Comune, Soprintendenza, ma anche Regione siciliana e altri enti e istituzioni che vogliono dare il proprio contributo alla rinascita del decoro di Messina. Siamo l'unica città che non riesce a mantenere zampillante una fontana, che non sa ri-ordinare le proprie piazze, che s'incarta sullo stucchevole dibattito intorno a pezzi di strada da chiudere o aprire e non è in grado di ideare, realizzare e mantenere isole pedonali degne di tal nome.

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