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Droga a Falcone, cinque condanne per gli "spacciatori della macelleria": nomi e foto

Sono stati tutti condannati cinque degli undici imputati coinvolti nell'operazione antidroga “Sistema”, che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, i cui arresti furono eseguiti all'alba dell'11 luglio scorso dai carabinieri della Compagnia di Barcellona e dai militari dell'Arma della Stazione di Falcone.

Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Patti, competente per territorio, Andrea La Spada, che ha giudicato i cinque imputati, riconoscendoli colpevoli, ha condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 14 mila euro Antonino Currò, detto Tonino, 46 anni di Spadafora.

Condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione, oltre a 24 mila euro di multa, per ciascuno dei due messinesi Giovanni Cutè, 35 anni, residente nel rione Mangialupi e Antonino Natale Cutè, 42 anni anch'egli di Messina residente nel viale Annunziata; a 4 anni e 8 mesi di reclusione e ad una multa di 24 mila euro, è stato condannato Mario Gitto, 46 anni, di Falcone; mentre a 4 anni e 2 mesi di reclusione è stata la pena determinata per Marco Schepis, 27 anni, anch'egli di Falcone, entrambi più volte coinvolti in diverse inchieste giudiziarie. Gitto, difeso dall'avv. Alberto Calzavara, è stato anche assolto da altri 4 episodi che gli venivano contestati.

Il giudice ha anche disposto il ritiro della patente di guida per tutti gli imputati condannati. Il processo per altri 6 imputati che hanno scelto il giudizio ordinario inizierà il prossimo 3 marzo.

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Lo scrivente avv. Vincenzo Romano, difensore di Currò Antonino, imputato nel procedimento penale, per cui vi è stata sentenza di condanna di primo grado emessa dal G.U.P. La Spada presso il Tribunale di patti, espone quanto segue:

in ordine agli articoli di giornale diffusi sull'indirizzo messina.gazzettadelsud.it a firma del giornalista Leonardo Orlando, si sottolinea che in riferimento alla posizione del mio assistito, le informazioni indicate nell’articolo diffuso on line, enfatizzano erroneamente una sua condotta pregressa c.d. di recidivanza in quanto catturato nell'operazione " Albania", facendo in tal guisa passare un messaggio all’opinione pubblica fuorviante e deleteria per la dignità e reputazione del Currò.
Sul punto, infatti, è da acclarare che il Currò Antonino è stato assolto con formula piena dall’accusa contestagli nella suddetta operazione e lo stesso è uno stimato imprenditore, amministratore di società operanti nel settore laterizio e di locomozione.
Risulta, quindi, necessaria una rettifica idonea a garantire la corretta informazione ed allo stesso tempo a tutelare i diritti del Currò, il quale oggi svolge attività lavorative qualificanti e connesse con enti pubblici e privati.
Non è superfluo osservare, che relativamente alla sentenza di primo grado emessa nei suoi confronti, verrà prontamente proposto appello la fine di dimostrare la sua assoluta estraneità alla contestazione sollevata.
Nell’attesa di un celere riscontro, si porgono cordiali saluti.

Avv. Vincenzo Romano 

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