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Mafia, estorsioni e droga gli affari del clan di Brancaccio: inflitte 18 condanne

Il gup del tribunale di Palermo, Fabio Pilato, ha condannato 22 dei 23 imputati (assolvendo solo Salvatore Montalto) coinvolti nel processo Maredolce, nella parte celebrata col rito abbreviato. Le pene complessivamente ammontano a poco meno di 140 anni; alla sbarra un gruppo di presunti appartenenti alla cosca di Brancaccio, specializzati nelle estorsioni e nei traffici di droga, ma dediti anche ad altre attività come le false fatturazioni per movimentare milioni di euro.

Il blitz scattò nel 2018. I condannati sono Pietro Tagliavia, che ha avuto la pena più alta, 14 anni; Francesco Paolo Clemente, che ha avuto 12 anni come Giuseppe Michelangelo Di Fatta, Santo Carlo Di Giuseppe e Giacomo Teresi; 10 anni sono stati inflitti a Giuseppe Ficarra, Antonino Marino e Giovanni Vinci; a Giuseppe Lo Porto e Giovanni Mangano sono stati dati 8 anni; 6 anni a Giovanni Pilo; 5 a Pietro D’Amico, 4 a Roberto Mangano e Maurizio Puleo; 3 anni e 4 mesi a Stefano Tomaselli. Un gruppo di imputati ha avuto la stessa pena, due anni e 8 mesi: Massimo Altieri, Giuseppe Frangiamore, Salvatore Graziano, Gaetano Lo Coco, Francesco Paolo Mandalà, Rosalia Orlando. Poi Elio Petrone, che ne ha avuti 2, la pena più bassa.

Il gup ha accolto le richieste dei pm, Francesca Mazzocco e Andrea Fusco, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca. L’operazione Maredolce ha avuto anche un seguito nel luglio scorso, con altri arresti.

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