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Ancora sbarchi non autorizzati a Messina, De Luca: "Sullo Stretto verifiche solo formali"

Ancora sbarchi non autorizzati a Messina. E nuove, inevitabili polemiche. Pomo della discordia i flussi nello Stretto, in particolar modo quelli riscontrati ieri sera, sulle navi della Caronte. Passaggi monitorati dall’amministrazione comunale, che ha inviato sul posto l’assessore Dafne Musolino.

Stilato un report, secondo cui, sulla nave arrivata alle 18,20 alla Rada San Francesco, è stato imbarcato un centinaio di auto. Di queste, circa 40 di militari della guardia di finanza in transito per raggiungere le destinazioni di appartenenza.

Registrato, altresì, un modesto passaggio di pendolari, per lo più medici in servizio all’ospedale Papardo, e di 30 passeggeri a piedi. Tornando alle altre vetture, erano dirette verso altre località della Sicilia. Quanto si controlli, sul posto presente il Corpo forestale, con “soli 4 operatori”, ha sottolineato con rabbia il sindaco Cateno De Luca, definendo le verifiche puramente “formali”, in quanto basate sull’esclusiva richiesta delle autocertificazioni cartacee con le motivazioni dello spostamento e soprattutto senza la trasmissione di “alcuna informazione ai Comuni di destinazione, che dunque non possono attivare la sorveglianza sanitaria e la verifica dell’isolamento fiduciario”.

Alcune auto provenivano dall’estero e la motivazione fornita per il viaggio, prosegue De Luca, “è stata quella di dovere fare rientro perché avevano perso il posto di lavoro”. Ma lo spostamento per il rientro nel proprio domicilio, residenza o abitazione non è stato soppresso?

“E se sono vietati gli spostamenti tra i Comuni, tutte queste vetture che hanno attraversato l’Italia partendo dalla Germania e dalla Svizzera come hanno fatto a viaggiare indisturbate?”, evidenzia il sindaco.

Dal canto suo, la polizia municipale ha verificato anche il rispetto della nuova ordinanza ministeriale del 28 marzo scorso, chiedendo di esibire in aggiunta la dichiarazione della località di destinazione. Piuttosto stizzito, per l’ennesima volta con il ministro degli Interni Luciana Lamorgese, De Luca chiede al Governo come mai “i controlli imposti all’ingresso delle frontiere non vengano attuati anche per l’attraversamento dello Stretto?”.

Ulteriori accertamenti hanno riguardato lo sbarco del traghetto delle 22,20, a bordo del quale vi erano 23 autovetture e 60 passeggeri a piedi. Molto più nutrito lo spiegamento di forze in campo, con i carabinieri che hanno impiegato circa 40 operatori ed effettuato posti di blocco davanti alla prefettura e nei pressi del viale Boccetta.

La Municipale si è dedicata ai controlli delle vetture che, uscendo dal serpentone, hanno imboccato il viale Giostra, mentre la guardia di finanza si è posizionata all’Annunziata, in direzione nord.

Sul traghetto tutti viaggiatori che facevano rientro dalle località in cui lavoravano e dove hanno perso l’occupazione. La motivazione dello spostamento con il quale è stato autorizzato l’imbarco è stata quella della necessità, derivante dalla perdita del posto di lavoro e dall’impossibilità di vivere e sostenersi.

Quindi, il motivo del rientro in Sicilia coincideva col bisogno di ricongiungersi alla propria famiglia. “Ricordiamo che la motivazione dello spostamento per fare rientro nel proprio domicilio, abitazione e residenza è stata soppressa, ma a questo punto sembra che a Villa San Giovanni sia stata riammessa sotto la forma della necessità”, ha tuonato De Luca.

Infine, il Comune rende noto che un nutrito gruppo di viaggiatori, forse nomadi, sono stati bloccati a Siderno in attesa di essere contingentati per l’imbarco nelle prossime ore. “Ci auguriamo che queste carovane vengano rimandate indietro, ma assicuriamo che non ci faremo trovare impreparati”, ha concluso il primo cittadino.

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