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Processo ai "colletti bianchi" di Messina, verso la sentenza d'appello - Nomi e foto dei protagonisti

Conferma di tutte le sedici condanne inflitte in primo grado, eccezion fatta per un capo d'imputazione relativo alla detenzione d'armi, con la richiesta d'assoluzione in favore di Marco Ardizzone.

Sono queste le conclusioni dell'accusa al processo d'appello denominato Terzo livello sulla rete di interessi smantellata due anni addietro da un’indagine della Dia. Un vero e proprio comitato d’affari in grado di intervenire presso uffici comunali di Messina o aziende partecipate, affinché le istanze avanzate dagli imprenditori “amici” venissero portate a buon fine. Tutto questo per acquisire consenso anche in prospettiva elettorale.

È stato il sostituto procuratore generale Felice Lima a rappresentare l'accusa, e nel corso della sua requisitoria ha sottolineato come nella vicenda siano chiare le responsabilità emerse nel corso del processo di primo grado per tutti gli imputati.

Anche per il sostituto pg Lima in questa vicenda è stata provata l'esistenza di un “comitato d'affari” composto da professionisti, imprenditori, politici ed esponenti della criminalità, che gestivano la cosa pubblica messinese.

In primo grado l'ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile fu condannata a otto anni e tre mesi di carcere. Ecco le altre condanne inflitte in primo grado: Marco Ardizzone, 8 anni e 8 mesi più 2000 euro di multa; Giovanni Luciano, 2 anni e 3 mesi; Francesco Clemente, un anno e 3 mesi (pena sospesa); Carmelo Pullia, un anno e 8 mesi; Antonio Fiorino, 2 anni e 3 mesi; Daniele De Almagro, 2 anni e 6 mesi; Angelo e Giuseppe Pernicone, 2 anni; Vincenzo Pergolizzi, 5 anni e 6 mesi; Carmelo Cordaro, 4 anni; Michele Adige, 4 anni; Vincenza Merlino, 4 anni; Teresa Pergolizzi, 2 anni e 6 mesi; Stefania Pergolizzi, 2 anni e 6 mesi; Sonia Pergolizzi, 2 anni e 6 mesi.

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