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Cefalù, avviato lo scavo della galleria per raddoppio ferroviario sino a Castelbuono

Margherita la “talpa” meccanica arrivata dalla Cina per scavare le gallerie del raddoppio ferroviario dalla contrada Ogliastrillo di Cefalù sino a Castelbuono è entrata ufficialmente in funzione. Ad attivare la talpa, nel corso di una cerimonia organizzata, in grande stile, dalla Toto Costruzioni Generali, che si è aggiudicata l’appalto in associazione temporanea di impresa (composta da: Italiana costruzioni spa, Esim srl, Armafer del dr Michele Morelli srl, Alpitel spa), per circa 375 milioni di euro, è stata l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, Vera Fiorani. L’Ad di Rfi ha premuto il pulsante di avvio dal palco allestito a pochi metri dalla talpa con accanto il direttore generale della Toto Costruzioni Alfonso Toto, di Luigi Evangelista di Italfer, del sottosegretario di Stato alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri, dell’Assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone, preceduto in mattinata dal vice presidente della Regione Toto Cordaro, dei sindaci di Cefalù e di Pollina rispettivamente Rosario Lapunzina e Pietro Musotto (“segna il preludio di una bella stagione per la Sicilia – ha detto Musotto - come la Margherita annuncia l’arrivo della primavera”) e del vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante (“benedico quest’opera perchè accorcia le distanze e ci aiuta a uscire dalla marginalità”). A suggellare il momento è arrivato un applauso degli operai del cantiere di contrada Ogliastrillo che occupa 350 lavoratori.

La Tbm (tunnel boring Machine) “Margherita” diventerà il collega meccanico con il compito di scavare e rivestire gli oltre 13 chilometri che compongno i due tunnel paralleli della galleria denominata Cefalù (6,7 km a canna). Il nome della talpa è stato scelto dal direttore generale Alfonso Toto “Margherita – ha detto – è la mia prima genita”. La Tbm è lunga 140 metri con un peso di 1650 tonnellate e una potenza totale di 5,6 MW, pari a circa 8 motori di Formula 1, la mega-fresa è provvista di una testa rotante di 10 metri di diametro, equipaggiata con oltre 60 utensili da scavo in acciaio, con la quale è in grado di frantumare la roccia. Sarà in funzione 7 giorni su 7 con personale specializzato composto da circa 100 unità lavorative (15 per turno). Il costo della macchina sfiorerebbe i 10 milioni di euro. Consentirà di scavare e rivestire ben 16 metri di galleria al giorno per concludere i 13,4 km di scavo entro novembre 2024, mentre, la fine del raddoppio della linea ferrata sino a Castelbuono è programmata nel 2025. Le altre due gallerie la Sant’Ambrogio di 4 km e la Malperturgio di 180 metri vengono scavate col metodo tradizionale.

Il nuovo tracciato che si snoda completamente in variante rispetto alla vecchia sede ferroviaria avrà una lunghezza complessiva di 12,3 km con due stazioni la fermata: quella di Cefalù e la nuova stazione di Castelbuono. Sulla stazione di Cefalù c’è ancora un “braccio di ferro” con il Municipio nato dalla galleria di sfollamento. Probabilmente a breve potrebbe essere individuata una soluzione condivisa da Rfi e dal comune normanno. Lo stesso Ad di Rfi Vera Fiorani ha sottolineato nel suo intervento come “questo appalto dimostri la capacità delle persone di risolvere i problemi e che dobbiamo lavorare perché tutto questo non si blocchi”.

“Lavoriamo dal 2019 – ha aggiunto l’assessore Falcone – per avviare questo cantiere di cui abbiamo celebrato l’avvio (il 18 aprile 2019) e superato tutti i problemi burocratici”. L’assessore ha sottolineato come “il raddoppio del binario consentirà di ridurre di 10 minuti il tempo di percorrenza tra Palermo e Messina oggi di tre ore e di come sia necessario che il raddoppio prosegua sino a Patti”. Un ulteriore tratto di linea di circa 80 chilometri su cui anche lo stesso sottosegretario Cancelleri ha posto l’attenzione nel suo intervento di saluto assumendo l’impegno di “portare questa richiesta al tavolo del ministero delle infrastrutture affinché venga inserita nel piano strategico delle opere”. “Non fare quest’opera sino a Patti è una grave responsabilità che blocca lo sviluppo di tutta la fascia settentrionale” ha chiosato Enzo Cesare del Comitato cittadino “Cefalù Quale Ferrovia”. Nel 2020 Cesare aveva scritto al presidente Mattarella e all’allora presidente del Consiglio dei Ministri chiedendo “un autorevole intervento per il finanziamento immediato degli ultimi 80 km di tratta sui 224 della litoranea Palermo Messina”.

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