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Letojanni, nei telefonini tracce sull’omicidio del netturbino

Incarico a un esperto per recuperare messaggi utili alle indagini

La chiave di volta delle indagini sull’omicidio di Massimo Canfora potrebbe essere l’esame dei contatti telefonici avvenuti quella mattina. Proprio per questo motivo si scaverà nei cellulari sequestrati dai Carabinieri e della Procura, che stanno conducendo l’inchiesta sulla morte dell’operatore ecologico.
Domani mattina il sostituto procuratore Alessandro Liprino affiderà l’incarico per una consulenza tecnica al dottor Filippo Impellizzeri, perito che avrà il compito di esaminare i quattro telefonini appartenenti alla vittima, al 18enne tunisino Feres Bayar attualmente in carcere con l’accusa di aver assassinato il 56enne e alle altre due persone che la mattina del 18 agosto si trovavano nella palazzina di via Nenzi 8, un uomo che vive al primo piano e un suo amico.
Il consulente avrà il compito di analizzare i dispositivi elettronici, acquisendo il contenuto e soprattutto i messaggi scambiati in quelle ore, al fine di verificare se possano emergere elementi utili ai fini delle indagini. Proprio tra le 7.15 e le 7.45 ci sarebbe stato uno scambio di messaggi tra il presunto assassino e un’altra persona che si trovava nel palazzo e l’esame degli smartphone potrebbe far emergere ulteriori dettagli utili a far capire chi sia entrato nell’appartamento di Canfora al secondo piano e per quale motivo, fino ad ucciderlo.

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