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La festa di Santa Lucia e le "spaccate" a Belpasso: meraviglia sacra e popolare

Si è rinnovata finalmente in forma completa, dopo due anni di limitazioni Covid, la festa patronale nel centro etneo che porta in piazza migliaia di persone: uno spettacolo coi suoi "carri narranti" che tutti, soprattutto i siciliani, devono conoscere e vivere almeno una volta nella loro vita

Uno spettacolo di fede e tradizione. Si è rinnovata la tradizionale e sentitissima festa di Santa Lucia a Belpasso, un evento stupendo che, dall'11 al 13 dicembre, attira nel centro etneo migliaia di persone per gli eventi organizzati da Comitato cittadino, il dal Circolo e dalla Fondazione “Carri di S. Lucia” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale.

Il momento più coinvolgente e popolare è rappresentato dalle “spaccate”, carri celebrativi attraverso cui ognuno dei cinque quartieri storici Sant'Antonio Abate, Matrice, Purgatorio, San Rocco e Borrello, raccontano il proprio modo di essere e vivere il legame con la Santa ma anche il territorio, in un susseguirsi di racconti con musiche, voci fuori campo, colori, giochi di luce e rappresentazioni che mettono al centro un meccanismo in movimento che pian piano si apre, allarga, allunga, sposta, divenendo un grande quadro d'insieme che muta, come l'essere e il vivere. Un racconto suggestivo che narra, tra il sacro e il popolare. Vive del Credo ma anche dell'essere comunità, “cittadini”, come si ripete più volte invocando la lode e l'evviva alla Santa nelle piazze del centro. Ognuno seguendo un modello, tra il passato tracciato dalla pietra lavica che ha indicato la via della fondazione del paese a una presente spesso svuotato di valori e sentimenti, ma nel quale si può trovare attraverso gli esempi una speranza d'unione. Ad accompagnare il tutto, gli applausi coinvolti e gli inconfondibili rintocchi del campanone della Chiesa Madre. I fuochi d'artificio finali suggellano l'esplosione, l'intensità e il trasporto di un frangente destinato a rimanere nei cuori. Un qualcosa di magico, che tocca l'anima e va vissuto almeno una volta nella propria vita, specie per chi orgogliosamente si sente siciliano e vive da cristiano, ma non solo. Una realtà forse conosciuta meno di quanto meriterebbe, anche nell'immediato hinterland, ma che lascia davvero il segno in chi ne prende parte.

La festa patronale, tornata in forma completa dopo due anni di restrizioni per il Covid, è proseguita ieri con la svelata del simulacro della Santa, la sua uscita dalla Chiesa e la processione per le vie del paese, tra i balconi ornati con gli arazzi simboleggianti Lucia (lo spettacolo pirotecnico finale è stato posticipato a domenica 18 dicembre alle 11.30, per via delle avverse condizioni meteo, con l'esecuzione della cantata del quartiere Matrice). Presente anche una delegazione proveniente da Siracusa, dove la vergine e martire nacque e morì, ma anche devoti arrivati da diverse zone d'Italia e persino dall'Argentina.

Non nascondo l'emozione per il ritorno della Festa come la conosciamo tutti, con la processione esterna che è segno visibile della Santa Patrona che “visita” e percorre le vie della città e incontra lo sguardo dei cittadini in attesa - ha commentato il sindaco Daniele Motta -. Cuore e anima nella nostra storia e delle nostre tradizioni, la Festa di Santa Lucia tra profondi sentimeti, cristiani e grandi spettacoli folcloristici, è sempre stata un motivo d'attrazione turistica e devozionale”.

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