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ObiettiVita, in mostra le foto di Giovanni Franco

"Le immagini spaziano con disinvoltura, dal paesaggio al ritratto, alle immagini di posa, dal meditato reportage alla sorpresa di uno soggetto improvviso per non perdere l'inseguita immagine che sempre riporta a qualcos'altro". Lo afferma il critico d'arte, Nicolò D'Alessandro, descrivendo "ObiettiVita": la mostra di fotografie del giornalista dell'Ansa, Giovanni Franco, promossa dall'amministrazione comunale di Mazara del Vallo che si terrà, nella galleria Santo Vassallo nel Complesso Monumentale Filippo Corridoni, da sabato 30 aprile fino al 29 maggio prossimi. Ingresso gratuito. Esposti oltre un centinaio di scatti. Sito web www.giovannifranco.it.
Aggiunge D'Alessandro, nella presentazione in catalogo: "Franco cerca nell'assenza provocatoria di una visione descritta nella sua semplicità realistica, la complicità dello sguardo per completare il racconto".
"Giovanni Franco resta uno scrittore prestato al giornalismo che con la fotografia trasforma in concreto ciò che è tanto banale quanto straordinario: - afferma il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi - un fatto è più interessante se descritto con poche parole, se narrato brevemente lasciando al momento successivo quello che con presunzione viene detto approfondimento. Le fotografie di Franco scorrono davanti allo sguardo dell'osservatore come le note musicali si impadroniscono del silenzio di un teatro un attimo prima dell'inizio dello spettacolo". Per Rosanna Rizzo, insegnante: "l'autore della mostra sembra procedere lento in una presentazione paradigmatica di un contesto, in realtà sta coinvolgendo l'osservatore in una cooperazione narrativa: sfrutta la prospettiva e la valenza geometrica degli oggetti, satura con il colore valorizzando la terra, l'intonaco, l'acqua, fa di quest'ultima, che sia mare, pioggia o pozzanghera, uno specchio che riflette o allunga le forme, portando lo sguardo verso ciò che è tra le pieghe della realtà, il punto più denso che ti consente l'interpretazione del racconto". Osserva Federica Certa, giornalista: "bisogna fare un passo indietro e conoscere gli strumenti di lavoro di Franco, come le note di una biografia essenziale, per entrare autenticamente nel suo universo, e apprezzarne la semplicità disarmante, la verità senza filtri e senza pose, la bellezza tranquilla, ma a tratti sorprendente, che ruba da uno scorcio parigino piuttosto che da un'arrampicata di pietre sotto il sole della Sicilia. Una Canon a tracolla, niente flash, niente cavalletto, ed ecco che tutto si fa più chiaro. Non gli servono grandi impalcature per raccontare la sua realtà, davanti e dietro il velo dell'apparenza. E non è certo approssimazione o parsimonia tecnica, per uno che ama e studia da sempre il cinema e conosce a fondo la storia della fotografia. È invece una scelta consapevole, uno stile, che fugge dalle acrobazie dell'intelletto per cedere al gioco, ben più avvincente, dell'emozione". Chiosa il regista Luca Mazzone: "Così come la vita ci rapisce nel dipanarsi di un racconto, così le foto di Giovanni ci ridanno l'unica cosa che ci permette di pensare e riflettere senza cadere nel banale e nella noia: la prospettiva".

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