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L'organo della Cattedrale di Messina protagonista su Gattopardo in edicola con La Gazzetta del Sud

Sono gli occhi penetranti del missionario laico Biagio Conte a brillare sulla copertina del prossimo numero di Gattopardo, il magazine della Sicilia che cresce edito da Gdsmedia & Communication e in edicola da domani con la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia.

Qualcuno si stupirà forse nel vedere il padre degli ultimi, o meglio il fratello degli ultimi, accanto a storie di imprenditori di successo e di startupper.

Ma quale avventura di vita testimonia di più di una Sicilia che cresce nel segno del coraggio e della resilienza?

E quale lezione migliore c’è - anche per chi opera nel mondo del profit - di quella di un uomo che ha interpretato alla lettera la lezione di don Puglisi, il prete ucciso dalla mafia a Brancaccio?

“E se ognuno fa qualcosa…”.

Per raccontare la storia di Biagio Conte, Gattopardo propone un viaggio all’interno della sua missione che oggi ospita più di mille uomini, donne e bambini, e che a settembre scorso è stata visitata da Papa Francesco.

Una missione che è un piccolo modello di economia che si si autosostiene, senza contributi pubblici stabili.

Ma le storie della Sicilia che cresce sono tante, illustrate con reportage fotografici: quella dell’imprenditore svedese Johnny Warstrom che ha trasferito per un mese a Palermo i suoi quaranta dipendenti per dare una scossa di creatività alla sua azienda.

Quella di TVBoy, lo street artist siciliano autore del profetico bacio tra Salvini e Di Maio, comparso sulle strade di Roma poco prima della formazione dell’attuale governo.

Siciliani di ritorno come Vittorio Venezia, designer celebrato a Milano e adesso impegnato a Palermo in un progetto di valorizzazione dei calderai, gli artigiani della latta e del rame.

E siciliani di mare aperto, come Andrea Santangelo, diventato professore di Astrofisica a Tubinga, l’Università tedesca che ha sfornato ben undici premi Nobel e ha avuto per allievi Keplero e Newton.

E ancora ecco alcuni itinerari nascosti, come quello dei borghi abbandonati, borghi a quali un gruppo di musicisti-antropologi ha dedicato un progetto sul paesaggio sonoro.

O quello degli organi delle chiese, su cui la Sicilia ha diversi primati.

Il numero intanto: oltre 1500 “sparsi” lungo sei secoli. La storicità: a Castelbuono c’è il secondo più antico d’Italia.

E la dimensione: con oltre duecento registri e sedicimila canne in stagno e piombo l’organo della Cattedrale di Messina è il più grande d’Italia e il secondo in Europa.

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