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Edilizia scolastica, alla Sicilia 227 milioni dal Po Fesr 2014-2020: ecco come sono stati impiegati

L’Istruzione, un fronte strategico. Uno di quelli sui quali occorre un impegno prioritario, urgente e convergente, finalizzato ad offrire alle giovani generazioni tutti gli strumenti per un apprendimento efficace e una formazione personale completa, costruttiva, coerente con un tempo che richiede solidarietà e responsabilità. Sin da giovanissimi. E quello della scuola è un mondo vivo e vivace, ansioso di partecipazione e aperto al miglioramento come dimostrato ad esempio dalla recentissima esperienza di Didacta Sicilia, un “termometro” particolarmente significativo delle potenzialità e delle prospettive che - secondo quanto autorevolmente prefigurato dal presidente della Regione Renato Schifani - candidano l’isola al ruolo di hub mediterraneo per la formazione.

Dispersione e NEET: dati allarmanti

Un ruolo che però deve passare anche e soprattutto dalla concreta costruzione di un sistema formativo strutturato in tutti i suoi livelli - e soprattutto quelli successivi alla fascia dell’obbligo - capace di preparare e, ancor prima, di attrarre. Un obiettivo ancora lontano, come dimostrano le percentuali allarmanti di dispersione scolastica (in Sicilia al 21% secondo gli ultimi dati) e livello di istruzione: secondo i dati diffusi da Eurostat nei giorni scorsi la Sicilia, con solo il 73,6% dei giovani tra i 20 e i 24 anni che hanno raggiunto un livello di istruzione almeno intermedio, è tra le regioni europee con i livelli più bassi. Nella media europea invece, tra il 2002 e il 2021, si è registrato un aumento dal 76,8% all’84,6% del livello dei giovani con livello di istruzione intermedia. Inoltre, come emerge dallo studio Ambrosetti allegato alla nuova programmazione dei Fondi europei Po Fesr 2021-2027, la Sicilia è anche prima in Italia per quota di NEET (37,5%) e di giovani che non svolgono attività formative (19,4%). Uno degli obiettivi strategici, evidenziati sempre dallo stesso studio, è quindi proprio il «contrasto all’abbandono scolastico, favorendo la partecipazione dei giovani a percorsi innovativi di formazione».

Un gap strutturale da recuperare

Indifferibile quindi una strategia globale di miglioramento, attraverso l’attualizzazione del sistema didattico e la formazione dei docenti, ma anche attraverso interventi di edilizia scolastica e adeguamento infrastrutturale e tecnologico. Che garantiscano innovazione, ma prima di tutto sicurezza, come la tragedia di San Giuliano di Puglia, di cui è appena ricorso il ventennale, ha tristemente insegnato. “Non c’è Scuola senza scuole”, in un ambito da ripensare attraverso una vision che sappia regalare ai plessi un ruolo prioritario nel disegno urbanistico, non come meri contenitori dall’impiego limitato, ma come elementi architettonici funzionali alle esigenze didattiche e capaci al contempo di regalare bellezza, rigenerazione urbana, spazi pubblici d’interscambio, da fruire ben oltre l'orario delle lezioni. Una scuola bella, accogliente, sempre aperta, capace di offrire opportunità di socializzazione e non solo di apprendimento è di sicuro una scuola che non si lascia abbandonare facilmente. E va appresa al meglio anche la grande “lezione” del covid, con un adeguamento ragionato ad una modalità che inglobi sapientemente la tecnologia, ripensando gli spazi nel giusto equilibrio tra condivisione e sicurezza. In questo quadro, assumono una rilevanza strategica - per colmare un gap strutturale altrimenti irrecuperabile - proprio i fondi destinati dall’Unione europea alle regioni “svantaggiate” nell’ambito delle politiche di coesione territoriale.

Le risorse strategiche dei Po Fesr

Riflettori puntati quindi su quelli del prossimo Po Fesr 2021-2027, pari a 5,8 miliardi di euro da distribuire su cinque assi tematici. E intanto, si avvia a conclusione l’esperienza del Po Fesr 2014-2020, pari globalmente per la Sicilia a 4 miliardi e 273 milioni di euro, da destinare a dieci assi (più uno per assistenza tecnica), uno dei quali è stata appunto l’edilizia scolastica (Asse 10 - Istruzione e Formazione), con fondi pari a 167 milioni, incrementati nel 2020 di ulteriori 60 milioni, per fare fronte all’emergenza strutturale e tecnologica scatenata dalla pandemia. Le procedure vanno completate entro il 2023 ed è già tempo di bilanci: sono stati 2022 gli interventi, mentre le somme impegnate sono pari a 227 milioni di euro.

In Sicilia 2500 scuole e un Ufficio speciale

Nei 393 Comuni siciliani ricadono 892 istituzioni scolastiche con 2.500 plessi, come spiega l’arch. Michele Lacagnina, dirigente regionale dell’ufficio speciale per l’edilizia scolastica e universitaria costituito presso l’assessorato all’Istruzione . La struttura , sorta con delibera governativa regionale dal 1 gennaio 2022, «svolge funzioni di Centro di Responsabilità extra regionali, statali e Comunitarie, di accompagnamento alla chiusura del programma 14/20, e di supporto e regia per la nuova programmazione 2021/27». «La chiusura del ciclo di programmazione 2014-2020 in ambito FESR della Regione Siciliana, per quanto riguarda la dotazione destinata agli interventi di edilizia scolastica e universitaria - chiarisce il dirigente - vede configurarsi risultati ad oggi ancora non adeguatamente misurabili, soprattutto per la fluidità che attiene al completamento delle operazioni entro la fatidica data del 31 dicembre 2023, oltre la quale nessuna delle spese che riguardano gli interventi finanziati sarà ritenuta ammissibile. È una data che non ammette deroghe, nonostante un contesto che nell’ultimo triennio è stato incredibilmente penalizzante, specie per le regioni (la Sicilia tra queste) che affidano ai fondi strutturali la risposta alla carenza di aule sicure, di laboratori, di spazi didattici comuni e sportivi. Il Covid ha pesantemente rallentato le attività degli uffici comunali preposti alla progettazione e all’esecuzione delle opere inserite nel piano, e i recenti eventi bellici, con il conseguente rincaro dei materiali e la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, hanno pesantemente influito sull’avanzamento delle fasi di realizzazione delle opere. Contemporaneamente, il pensionamento del personale regionale preposto alle istruttorie e ai pagamenti ha di fatto dimezzato le risorse umane disponibili, e tuttavia indicatori di risultato non del tutto sconfortanti danno segnali di progressivo superamento delle criticità».

Assegnati 227 milioni di euro

«Le risorse assegnate alle misure del programma - evidenzia ancora l’arch. Lacagnina - prevedono una dotazione complessiva di 167 milioni di euro, ai quali, a partire dall’anno 2020, si sono aggiunti ulteriori 60 milioni per interventi volti a contrastare il contagio del COVID attraverso operazioni puntuali – prevalentemente destinate alle istituzioni scolastiche e non agli enti proprietari, cioè Comuni Liberi consorzi e Città Metropolitane – volte a interventi che favoriscano il distanziamento individuale, il ricambio d’aria negli ambienti scolastici, e la digitalizzazione della didattica. Attualmente circa 90 cantieri di media grandezza, con opere di importo variabile tra 6 e 0,5 milioni di euro, sono in fase di completamento su tutto il territorio dell’Isola, con l’onere di far quadrare conti e lavorazioni entro la fatidica data. Gli interventi i cui beneficiari sono le scuole, invece, hanno raggiunto oltre 700 istituti. Le verifiche per la vulnerabilità in corso sono 941, e altre 450 in fase di avvio. In una regione che conta circa 2500 plessi scolastici censiti sulla piattaforma dell’Anagrafe regionale dell’edilizia scolastica, in zone inserite nel 90% dei casi in territori ad alto rischio sismico si comprende la vastità e la complessità degli obiettivi perseguiti. In sintesi, la necessità di dover avviare una riprogrammazione volta a spostare interventi sulla programmazione complementare, o a sostituirli con altri in misura tale da non dover “perdere” risorse, ha condotto a una ipotesi di rimodulazione di circa 30 milioni di euro, sostanzialmente distribuiti in misura eguale tra la dotazione iniziale dei 167 milioni e i 60 delle risorse COVID. Tantissimo lavoro tuttavia è ancora in itinere , non da ultimo l’approvazione del PO FESR 2021/27, che prevede un’analoga dotazione complessiva, e la salvaguardia degli interventi iniziati ma non concludibili entro la scadenza del programma corrente».

Cosa sono i Po Fesr Il PO FESR Sicilia 2014-2020. E’ stato costruito sulla base di un’analisi dei bisogni attraverso un percorso di consultazione pubblica. È stato adottato dalla Commissione Europea con Decisione C(2015)5904 del 17 agosto 2015 e apprezzato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 267 del 10 novembre 2015. È stato articolato in 10 Assi prioritari con un finanziamento totale di 4.273.038.791 euro, di cui l’80 per cento di sostegno dell’Unione Europea e il 20 per cento di cofinanziamento pubblico nazionale e regionale.

IL PO FESR Sicilia 2021-2027. La Sicilia intanto si appresta ad affrontare “le più importanti e decisive sfide della sua storia per il suo futuro e per il futuro dei suoi cittadini”. Come si legge sul portale istituzionale euroinfosicilia.it, il Programma regionale Fesr Sicilia 2021-2027 ha una dotazione finanziaria di 5,86 miliardi di euro per cinque obiettivi di policy previsti a livello comunitario (un’Europa più intelligente; più verde; più connessa; più sociale; più vicina ai cittadini). In corso di svolgimento la fase di confronto territoriale istituzionale (dettagli su euroinfosicilia.it).

Gli ambiti d’intervento del Po Fesr 2014-2020

Il primo ambito nel quale sono state impiegate le risorse per l’edilizia scolastica del Po Fesr 2014-2020, come spiega l’arch. Davide Messina, consulente tecnico della struttura regionale, è stato quello delle verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici: il relativo bando da 25 milioni di euro è stato emesso nel 2017, sono giunte richieste da 200 enti locali per un migliaio di scuole. Ad essere finanziati sono stati 945 progetti per un totale di 21 milioni di euro (il resto è stato riprogrammato). Attualmente si è in fase di acquisizione dei dati emersi dai rilievi strutturali.

Dal 2020 l’adeguamento tecnologico

Il 2020 è stato poi un anno spartiacque, con il dilagare della pandemia che ha richiesto provvedimenti straordinari sia nella tipologia (distanziamento e adeguamento tecnologico), sia nelle modalità: la Regione ha infatti deciso di assegnare la titolarità della presentazione dei progetti in capo alle scuole e non agli enti locali. Attingendo ad un fondo di 15 milioni destinati alla lotta alla pandemia mediante l'utilizzo di strumentazioni tecnologiche è stato quindi bandito un avviso di circa 9 milioni per l’adeguamento tecnologico, con l’acquisto di dispositivi da dare in comodato a studenti e di software per i docenti, cui hanno partecipato 434 istituzioni scolastiche, tutte finanziate. Con la restante parte dei fondi (5 milioni) è stato finanziato il completamento del progetto “Connetti Sicilia”, accedendo alla convenzione Consip già in corso, a beneficio in particolare delle ultime 80 scuole siciliane ancora prive di connessione.

Il distanziamento contro la pandemia

Un altro bando è stato rivolto ad interventi necessari per garantire il distanziamento, con uno stanziamento da 25 milioni (per le scuole pubbliche, le paritarie e le università) volto ad esempio ad acquistare banchi singoli o arredi. Sono giunte 338 domande dalle scuole (più altre 12 dopo la riapertura del bando), 4 dalle università, 24 dalle Paritarie, 27 dagli enti di formazione e 7 dalle Afam (Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica) finanziate con riparto in base al numero di alunni.

Lotta alla dispersione scolastica

Da ultimo, nel gennaio scorso è stato emesso un avviso da 20 milioni per attività contro la dispersione scolastica (obiettivo verso il quale sono impiegate anche risorse del Fondo Sociale Europeo e del PNRR) per il quale sono giunte 236 domande (di cui 84 dichiarate ammissibili per un massimo di 250.000 euro ciascuno) con cui finanziare interventi di riqualificazione finalizzati, ad esempio, al prolungamento dell’orario di apertura. Si sta intanto riaprendo il bando per le verifiche di vulnerabilità sismica, con manifestazione di interesse da parte dei Comuni per 450 scuole. È stato quindi emesso un bando per l’individuazione di un general contractor che esegua le verifiche, stanziando 15 milioni di euro da dividere in quattro ambiti territoriali.

Le due scuole completate per prime

Dei progetti finanziati, come evidenzia Messina, circa il 60% è già stato completato: a Torrenova (Me) e Villafranca Sicula (Ag) le scuole che per prime hanno completato i lavori - «quale esempio della capacità degli enti locali siciliani di portare a compimento gli impegni presi» - nell’ambito del Po Fesr Asse 10 Istruzione e Formazione - Azione 10.7.1 “Interventi di riqualificazione degli ambienti mirati al contrasto della dispersione scolastica e al recupero dei ritardi formativi anche con riferimento alle problematiche connesse all’inclusione”.

A Torrenova (Me) sono stati impiegati 838.116 euro per ricostruire l’edificio degli anni ‘50 adibito a scuola materna in contrada Serro Coniglio. «La riapertura della scuola dell’infanzia, nel novembre 2021 - evidenzia il sindaco del comune nebroideo Basilio Castrovinci - , ha rappresentato un traguardo importantissimo per il settore scolastico e la comunità tutta torrenovese. Il plesso ha sempre avuto infatti un forte ruolo sociale. I lavori di adeguamento strutturale sono stati realizzati a regola d’arte e ci hanno consentito di mettere a disposizione della popolazione scolastica di circa 80 piccoli alunni ospitati e delle rispettive famiglie locali riqualificati e più efficienti».

A Villafranca Sicula (AG) invece è stato assegnato un finanziamento PO FESR da 1.476.860,34 euro per un “intervento retrospettivo” (già avviato) per lavori di adeguamento e messa in sicurezza dei locali della scuola elementare Pirandello. L’edificio anche in questo caso è stato ricostruito con una migliore classe energetica, la mensa e un’impostazione architettonica che lo rendesse un “organismo educante”.

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