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"Maschere nude" in mostra, entra nel vivo il Carnevale di Termini Imerese

Avvio spumeggiante per l’edizione 2019 del calendario di attività messe in piedi dal museo civico “Baldassare Romano” di Termini Imerese dal titolo “Carnevale al Museo”, inserito nel più ampio programma del carnevale termitano, uno tra i più antichi di Sicilia.

Due momenti quelli del programma di eventi che ha visto l’allestimento della mostra di Momò Calascibetta “Cenere: Maschere Nude” – inaugurato il 27 febbraio 2019 e visitabile fino al 15 marzo 2019 - e la conferenza dal titolo “Lu manciari ru carnalivari” il 5 marzo 2019 (a partire dalle 11) in occasione del martedì grasso.

Il gioco delle maschere, del nascondere per rivelare è uno dei più intriganti che l’arte sappia offrire.

Maschere civettuole e ingannatrici dell’erotismo settecentesco, piccole maschere nere nei dipinti di Longhi ed enormi, inquietanti maschere bianche dei Pulcinella tiepoleschi. Non eludevano, quelle maschere, “il faccia a faccia, l’incontro di sé e dell’altro. Nel gioco degli equivoci, lasciavano passare il soffio della vita” (Jean Clair).

Qui, nel mausoleo dei “grandi” dell’arte di Sicilia – Dario Orphée ne ha evocato gli spettri raccontando di una mostra nata morta, Momò Calascibetta invece i morti li ha risuscitati, effigiandoli sulle lapidi di un curioso cimitero – si è nel luogo in cui le maschere cadono e ciascuno è in attesa del giudizio finale che arriverà, ma senza fretta. La rassegna, itinerante, inaugurata alla Farm di Favara lo scorso 16 giugno, e che ha già toccato il Polo Museale di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù e Palazzo Beneventano a Lentini, toccherà i principali musei della Sicilia per poi spostarsi in Italia e in Europa.

Di tutt’altro sapore la conferenza “Lu manciari ru carnalivari” curata da Rosario Ribbene (membro del Comitato tecnico - scientifico del museo termitano) che vuole sviscerare aneddoti e curiosità della tradizione e della gastronomia siciliana - e termitana in particolare – legata al carnevale oltre che ad aspetti teologici che si innestano nel periodo di digiuno quaresimale, immediatamente successivo al concludersi dei bagordi carnevaleschi.

Minuzie, dettagli, ingredienti anche antitetici di un appuntamento legato al folklore locale, sapientemente passati in rassegna da eminenti relatori come Michelangelo Nasca (teologo, docente e giornalista vaticanista), Nando Cimino (cultore di tradizioni locali, oltre che storico “Notaio menza pinna”), oltre che dallo stesso Rosario Ribbene (architetto, saggista e giornalista pubblicista). Un’occasione insomma di approfondimento e riscoperta delle tradizioni del territorio.
“Come Museo Civico – ha affermato Fabio Lo Bono, direttore del Museo Civico di Termini Imerese - abbiamo programmato all’interno della grande festa del Carnevale due importanti appuntamenti culturali, dedicati soprattutto ai giovani e alla loro creatività. Una prestigiosa installazione d’arte contemporanea e una conferenza, entrambi all’interno della Chiesa Maria Santissima della Misericordia, uno degli spazi culturali più rappresentativi della città di Termini Imerese, annesso al nostro museo. Abbiamo voluto trasmettere quel messaggio di partecipazione e condivisione culturale che solo iniziative di prestigio riescono a dare. Ringrazio il sindaco e l’amministrazione comunale per la fiducia e tutti i componenti del comitato tecnico-scientifico del museo che hanno lavorato a questo importante proposta culturale”.

E sulla stessa scia di entusiasmo il primo cittadino ha elogiato l’iniziativa del museo legata al carnevale.

“Termini Imerese si conferma ancora una volta e a giusto titolo città della cultura – ha affermato il sindaco Francesco Giunta – anche attraverso il vasto programma dell’edizione 2019 del nostro carnevale, impreziosito da due importanti iniziative culturali: dall’installazione di Momò Calascibetta e Dario Orphèe curata da Andrea Guastella alla conferenza sulle tradizioni e il cibo tipico del carnevale curata da Rosario Ribbene. Bisogna far tornare a vivere l’arte e la cultura al fine di stimolare una sana crescita umana. Ringrazio Fabio Lo Bono per la programmazione culturale e il comitato tecnico – scientifico per la fattiva collaborazione”.

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