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Cero votivo a Santa Eustochia, cerimonia di affidamento di Messina alla sua Patrona - Foto

Il 2 luglio 1777 il Senato messinese e la città s’impegnavano “in perpetuo” a offrire a S. Eustochia Smeralda Calafato un cero votivo di 28 libbre per rendere grazie e affidare alla sua fraterna intercessione la chiesa messinese e la città tutta.

Da allora, il 22 agosto di ogni anno, giorno della memoria del corpo incorrotto della clarissa divenuta santa, il Sindaco, in rappresentanza della cittadinanza, fa dono di un cero in ossequio al decreto.

E’ stata una commemorazione “ridotta” nel cerimoniale a causa delle limitazioni anti Covid, quella che si è svolta nella chiesa del Monastero di Montevergine, presieduta dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro alla presenza della comunità religiosa delle clarisse, delle principali autorità civili e militari, dei membri di confraternite e ordini equestri, dell’associazione dedicata alla Santa, e di una rappresentanza di fedeli.

Il pastore ha voluto invocare l’intercessione della badessa per “sciogliere i nodi di questa pandemia che paralizzano le relazioni interpersonali oltre che il progresso economico”.

All’inizio della celebrazione, dopo la lettura del decreto (che attesta l’adempimento dei voti tramandati dal Senato) da parte del presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, il Primo cittadino ha offerto a S. Eustochia il cero votivo decorato dalla pittrice Titti Crisafulli, affidandole la città. Al termine del rito, animato dalle stesse clarisse, le autorità presenti hanno sottoscritto il decreto.

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