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Nove storie di coraggio e passione, Heineken scommette sulla Sicilia e sul Birrificio Messina

Partendo dalla Sicilia che non ti aspetti, è nata l’idea di un viaggio attraverso storie di successo dell’isola che adesso vivono nella piattaforma digitale di Birra Messina "La Sicilia si sente": 9 storie, una per ognuna delle 9 province siciliane, 9 esperienze diverse che, attraverso la voce dei protagonisti, parlano di chi "ce l’ha fatta", emergendo in contesti difficili con coraggio e passione. Storie di chi è nato sull'isola e ha scelto di vivere nella propria terra, trasformando antichi mestieri e tradizioni in scommesse imprenditoriali e in attività che valorizzano le bellezze naturalistiche e culturali dell’isola, soprattutto quelle meno note e fuori degli stereotipi. Partendo da una caratteristica tipica di questa regione: che sa stupire e meravigliare, perchè ha sempre qualche bellezza segreta da mostrare, qualche perla nascosta, a volte sconosciuta anche agli stessi siciliani.

L'idea e la ricerca

Il 12% dei siciliani ammette di conoscere poco la propria terra, mentre l’84% afferma con sicurezza che prova spesso un senso di meraviglia e stupore di fronte ad aspetti inediti e poco conosciuti della propria terra, provando subito il desiderio di condividere questa scoperta con amici e familiari. Lo rivela una ricerca realizzata da Birra Messina, in collaborazione con Doxa, su un campione di 600 siciliani. I luoghi del cuore dei siciliani - quelli più intimi, fuori dalle rotte del turismo di massa - vedono al primo posto Borgo Cunziria (64%), seguito da San Mauro Castelverde (55%), da Rometta e Roccavaldina (54%), da Palazzo Acreide (47%) e Naro (46%). La ricerca porta alla luce anche un fenomeno ancora poco noto di recupero di antichi mestieri che oggi dovrebbero essere riscoperti - magari in chiave moderna - e trasformati in progetti di vita lavorativa. Al primo posto c'è il puparo (65%), seguito dall’artigiano delle maioliche (57%), dal pescatore (52%), dal pastore (50%) e dall’agricoltore (49%). Mentre le ricette meno celebri che i siciliani vogliono ricordare affinchè non se ne perda traccia e memoria, sono lo sfincione (67%), seguito dalla granita ai gelsi neri (64%), dalla pasta con i tenerumi (53%), dalla pasta 'ncasciata, senza dimenticare la stigghiola (51%) e la pignolata (47%). Inoltre, per 9 siciliani su 10, Birra Messina, da quando è conosciuta e distribuita in tutta Italia, ha avuto un ruolo importante nell’aumentare interesse e curiosità nei confronti della Sicilia.

La scommessa dei magnifici 15, diventati 36

"Per noi, anche grazie alla partnership con Heineken Italia è iniziato non solo un nuovo percorso di stabilità, in un periodo così incerto, ma anche di crescita. Il 2020 è stato un anno complesso ma al contempo importante per noi, addirittura positivo per molti versi". A dirlo Mimmo Sorrenti, presidente della Cooperativa Birrificio Messina, a due anni dal lancio di "Birra Messina Cristalli di Sale", grazie all’accordo con Heineken. Una scommessa definita "vincente" anche in un momento di grande difficoltà dell’Horeca causata dalla pandemia, che ha permesso di ottenere gli obiettivi di produzione prefissati: la Cooperativa Birrificio Messina ha raggiunto la massima capacità produttiva, ma ha anche investito sul birrificio con molteplici ampliamenti strutturali arrivando ad assumere 11 giovani siciliani. Anche la distribuzione nazionale del marchio Birra dello Stretto, prodotto dalla cooperativa, ha permesso di raggiungere volumi importanti. "Abbiamo messo in atto una serie di investimenti di grande impatto per il nostro birrificio e per la nostra isola, rendendo la nostra produzione più competitiva, facendo crescere noi e la rete di famiglie e fornitori che ruota intorno alla nostra realtà. E questa è una grande soddisfazione - dice ancora Sorrenti -. Soprattutto in un momento storico difficile come questo. Siamo riusciti a tenere duro e abbiamo potuto assumere 11 persone e fare investimenti determinanti per la nostra competitività: una nuova sala cottura, una nuova cantina di fermentazione, l’ampliamento del reparto lieviti, l’acquisizione di un pastorizzatore flash, un nuovo magazzino e ultimo, ma non per importanza, un impianto fotovoltaico della potenza di 99,99 Kw che permette al birrificio di essere più green e sostenibile".

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