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Muore in allenamento Enzo Lombardo, il motocross siciliano a lutto. Oggi i funerali

Al crossodromo Hi-Fly di Lentini era di casa e sabato pomeriggio, come faceva quando non si trovava in viaggio per le gare o per lavoro, si era recato in sella alla sua Honda Crf 450R per una sessione di allenamento. Spesso si dice che stare in pista aiuta a rilassarsi, godere dopo una settimana di lavoro di uno spazio personale, anche “rubato” all’affetto della famiglia, per ridere e scherzare con gli amici. Insomma in pista a “girare” non si va solo per migliorare la forma. Il più delle volte per un pilota, soprattutto uno come Enzo Lombardo che di mestiere era collaudatore Pirelli, rappresentava la gioia di stare in sella e svolazzare tra una rampa e l’altra. Sabato però un salto, uno di quelli che ha ripetuto centinaia di volte nella sua esperienza professionale, gli è stato fatale. Enzo, pilota di riferimento del fuoristrada siciliano, non è atterrato come sempre. Ha sbattuto violentemente sul terrapieno riportando ferite letali.

Lombardo è stato il primo siciliano della storia del fuoristrada a far parlare di sé in campo internazionale. Ha partecipato per anni posizionandosi sul gradino più alto del podio ai campionati su sabbia, dal Supermarecross alle classiche. Innumerevoli i successi, di un pilota dalla classe immensa, che dovunque si è cimentato se non ha vinto è stato quantomeno protagonista. Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni 2000 era riconosciuto come “il reuccio del supermarecross”. Ha dimostrato di essere un top rider anche nel mondo dell'Enduro, come testimoniano le affermazioni nazionali. Vincenzo, in effetti, non è stato solo un campione del suo tempo e della sua terra ma ha rappresentato anche una importante figura di riferimento per molti giovani talenti e per tutto il movimento fuoristradistico siciliano, del quale ha scritto un capitolo importante. Negli ultimi anni si è dedicato al Motocross vintage e, come documentato dalle cronache, in sella a una Honda 250 fino a pochi mesi fa è stato capace di dare mezza pista agli avversari.
Ecco, da tifoso quando incroci un pilota considerato l’idolo del motocross, a volte fai fatica anche ad approcciare un discorso per timidezza o per rispetto della sua fama. Con Enzo però era tutto facile, un campione dentro e fuori dalla pista, apprezzato dai colleghi per la semplicità e i modi gentili. Prodigo di consigli, ti accoglieva con un sorriso e con un velo di tristezza di salutava quando le strade si dividevano.
Ha gareggiato indossando i colori del Team Martino di Reggio Calabria ed è diventato subito il più forte pilota sabbiaiolo della storia del Supermarecross. «Ha iniziato vincendo nella stagione 1988 24 gare su 24 in entrambe le categorie – ha ricordato Nino Martino –. Allora si poteva correre ancora sia nella 125 che nella 250. Con noi ha vinto altri 6 campionati Italiani Supermarecross, ma ne avremmo potuti vincere altri se non fosse che il suo nuovo ruolo di collaboratore per la Pirelli che spesso non gli permetteva di correre. E poi la partecipazione per diversi anni al trofeo di Carnevale di Viareggio, dove sfidava e spesso batteva piloti che poche domeniche dopo disputavano il Mondiale. Mitica la gara corsa con la XR 600, così come nelle gare di regionale. Senza contare lo spettacolo che ha regalato in sella alla grossa e potentissima 500 2 tempi che faceva danzare tra le buche e le gare su invito dove sempre più spesso ci chiamavano, così come il trofeo vinto a Nettuno con una moto vecchia di 4 anni. E la sua partecipazione al Mondiale MX3 in Olanda dove ci arrivò in furgone, da solo, con una 450 privata, conquistando un ottavo posto assoluto e migliore tra gli Italiani in gara... E potremmo continuare fino a scrivere un libro. A parte l'aspetto agonistico rimane il ricordo di un uomo, di un ragazzo speciale, senza mai che ci fosse una discussione, una lamentela, un disguido, un dubbio, un rancore. Mai, un pilota e un uomo inimitabile».
La moto era la sua ragione di vita, da anni esperto e sensibile collaudatore per la Pirelli nonché un esperto del mondo dei motori a 360 gradi. Un uomo che ha fatto dell’umiltà la sua ragione di vita, era voluto bene da tutto il mondo motociclistico che adesso lo piange. Un professionista serio e scrupoloso, elemento di spicco di Salvo Pennisi, dirigente del Centro di Sperimentazione Pirelli che ha sede a Giarre e che lo ha ricorda cosi: «Vincenzo Lombardo era un professionista di grande livello. Una persona garbata, gentile e dal carattere modesto e concreto. Un palmares impressionante che non faceva pesare a nessuno. La mia, la nostra gratitudine per quello che ci ha dato, per i successi che ha reso possibili, per il suo essere un padre meraviglioso e divertente. Per la sua disponibilità, per il suo attaccamento al lavoro, per l’essere sempre buono con tutti. Per la sua incapacità di avere attriti, per essere sempre pronto al sorriso e a una battuta . Ad una delle sue… Sono convinto che non se ne sia andato del tutto . Credo che rimarà lì con noi, come ogni mattina, per tanto tempo ancora. Abbiamo troppo bisogno di lui per lasciarlo andare».
I funerali Vincenzo Lombardo saranno celebrati oggi a Gravina di Catania, nella Chiesa Sant’Antonio di Padova. Enzo, che lascia la moglie Renata Grippaldi e le figlie Francesca e Flavia, avrebbe compiuto 52 anni ad aprile.

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