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Makari 2 scivola nella parodia finendo col dipingere una Sicilia poco credibile

L’annuncio su un quotidiano on line, ci ha dato la certezza dell’economia parallela che può innescare la tv. La pubblicità era riferita a una gita in pullman con visite guidate e pernottamento nei luoghi in cui è ambientata la fiction Makari 2 e, apparentemente, non era neanche previsto l’abbinamento con vendita di pentole ma bastava per comprendere come la seconda serie di Makari, in onda il lunedì su Raiuno, ha avuto la prerogativa di entrare a far parte di quelle produzioni che creano una sinergia turistico/televisiva.

Come era avvenuto per il commissariato e la casa sul mare di Montalbano o per Don Matteo quindi, anche le location scelte per ambientare i romanzi di Gaetano Savatteri, sono entrate a far parte dei luoghi di culto televisivi. Belli, quindi, gli scorci siciliani, non altrettanto entusiasmante, invece, la seconda serie della fiction, che vira tangibilmente nella accentuazione dei caratteri, scivolando a tratti nella parodia.

È un errore nel quale sono incorsi i migliori, e, come già era accaduto per Catarella, nel già ricordato Montalbano, in Makari è soprattutto la figura di Piccionello a farne le spese. L’attenzione divertita del pubblico nei confronti della figura dell’amico verace che accompagna Saverio Lamanna nelle sue avventure, ha probabilmente spinto la regia a rendere più plateali e non sempre condivisibili le sue esternazioni, soprattutto nei confronti della fidanzata.

Ma non è il solo, perché anche il vicequestore Randone, ha avuto lo stesso trattamento e, la sua già evidente faciloneria è virata quasi nella superficialità con buon gioco per le intuizioni di Lamanna. Resta però, a nostro avviso, non perfettamente focalizzata l’indole del protagonista, sebbene nell’episodio “Il lato fragile” Lamanna, rifiutando di trasferirsi a Roma per occupare un posto ancor più prestigioso del precedente, abbia fatto intendere un legame sempre più forte con la sua terra.

Ed è proprio la valorizzazione delle risorse siciliane e del Sud, in generale, che meriterebbe maggiore attenzione, soprattutto in funzione della trama e, ci riferiamo alla Città del Sole, ovvero il progetto che l’arch. Teodoro Bettini affascinante capo di Suleima, fidanzata di Saverio, sta cercando di realizzare in Sicilia. Una iniziativa questa, in rapida espansione, tanto da convincere la nipote di Piccionello, stilist delle improbabili magliette indossate dallo zio, a lasciare la Germania per tornare a lavorare a Makari. Insomma, se insieme con le tante bellezze storico e paesaggistiche, la fiction rendesse un po’ più credibile e concreta la possibilità di avviare imprese in Sicilia, questo sì che sarebbe un ottimo servizio pubblico e un bel segnale per la nostra terra.

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