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Monumento ricorda i siciliani caduti a Nassiriya, cerimonia a Messina col ministro Trenta

Una cerimonia sobria ma emozionante. Questo pomeriggio, nel cortile interno della caserma Bonsignore di Messina, sede del comando interregionale Carabinieri “Culqualber”, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ha inaugurato il monumento dedicato ai cinque carabinieri siciliani caduti a Nassiriya, in Iraq, nel novembre 2003.

Alla cerimonia hanno partecipato i familiari delle vittime siciliane della strage di Nassiriya, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Giovanni Nistri, il comandante interregionale, generale Luigi Robusto e le massime Autorità civili, militari e religiose della Sicilia, intervenute all’evento. Il monumento inaugurato è stato realizzato dagli alunni dell'istituto artistico “Ernesto Basile” di Messina, ed è costituito da un piano d'Altare in pietra siciliana lavorata a mano, che poggia su quattro gambi di rose, in acciaio, sorretti alla base da quattro pietre, provenienti delle Terre di origine di ciascun caduto siciliano, che circondano una roccia rossa giunta direttamente da Nassiriya. Le quattro pietre italiche abbracciano la pietra irachena e “rappresentano simbolicamente le gocce di sangue, che, sgorgate dal sacrificio dei caduti, hanno fatto fiorire una rosa”. Sul piano d’Altare il sacrificio dei Nostri caduti viene ricordato dalla seguente iscrizione:
“La nostra Pietra. Il rosso naturale della dura pietra irachena cela il sangue di un italico martirio e, da cornice i colori della sicula Patria d'origine. Tu che, silenzioso volgi verso di me il tuo sguardo e la tua prece fa di questi sassi un'unica pietra, per schiacciare odi e rancori e, solo allora, da quel sangue potrà sbocciare un fiore.

Giovanni Cavallaro
Alfio Ragazzi
Giuseppe Coletta
Domenico Intravaia
Horacio Maiorana

“Questa è un’occasione per ricordare i valori che noi cerchiamo di tramandare”, ha detto il comandante Robusto. “Gli italiani e i carabinieri sono i migliori nel ricostruire le possibilità di un popolo che passa dal conflitto alla pace”, la conclusione del ministro Trenta.

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