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La mafia nei settori immobiliari e delle auto di lusso a Gela: 3 arresti e sequestro per 63 milioni - Video

Gli affari della mafia nel settore immobiliare e delle auto di lusso: a Gela arrestati tre imprenditori e vicini al clan Rinzivillo e beni sequestrati per 63 milioni. In tutto sono 7 le ordinanze cautelari emesse.

I militari del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caltanissetta, coordinati dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - di Caltanissetta, in forza in forza di due provvedimenti restrittivi emessi dal gip, hanno eseguito 7 ordinanze cautelari, di cui 3 applicative della misura della custodia in carcere, e 4 applicative della misura del divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa, e un decreto di sequestro preventivo di beni e imprese per 63 milioni di euro nei confronti di imprenditori gelesi attivi nei settori della vendita di autovetture di lusso ed immobiliare.

I destinatari della misura cautelare in carcere sono ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio e concorso in corruzione, per avere, negli anni, riciclato capitali illeciti del clan Rinzivillo. Nell’indagine è coinvolto anche un funzionario di polizia che ha agevolato gli indagati.

Contestualmente, i militari stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo, a Gela e Ragusa, di aziende, disponibilità finanziarie, immobili e beni riconducibili agli indagati.

Tre componenti della famiglia Luca, titolari della concessionaria 'Lucauto' di Gela, molto nota nella Sicilia orientale per il suo parco-macchine composto da automobili di lusso e di grossa cilindrata, dall’alto valore commerciale e di griffe automobilistiche molto ricercate, sono stati arrestati dalla guardia di finanza. In carcere sono finiti i fratelli Francesco Antonio e Salvatore Luca e il figlio di quest’ultimo, Rocco. Sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di proventi illeciti per una cifra iniziale di circa un miliardo di lire che, sin dagli anni '90, sarebbero stati forniti loro dalla famiglia dei Rinzivillo di Cosa nostra. A fare i nomi dei Luca di Gela sarebbero stati alcuni collaboratori di giustizia.

I contatti dei Luca con la criminalità organizzata si sarebbero poi estesi ad alcune famiglie mafiose di Catania, quali i Mazzei (detti i Carcagnusi), i Carateddi ed i Santapaola. Le indagini del Gico di Caltanissetta della guardia di finanza hanno trovato conferme alle rivelazioni dei pentiti e accertato il sistema «money laundering» (lavaggio del denaro sporco) attraverso spostamenti di capitali tra i conti dei vari componenti della famiglia e delle imprese che avevano avviato, ma anche tramite «scontrini vincenti» del gioco del lotto. Un funzionario di polizia, in servizio a Gela, poi a Caltanissetta e ad Agrigento, sarebbe stato una sorta di «talpa» al servizio dei Luca.

Nel corso dell’operazione, denominata «Camaleonte», che ha visto impiegati circa 80 militari del comando provinciale delle fiamme gialle di Caltanissetta, sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa per il reato di riciclaggio, Francesco Gallo, genero di Salvatore Luca e gestore di alcune imprese di famiglia, Concetta Lo Nigro, moglie di Salvatore Luca e rappresentante legale di diverse aziende, Emanuela Lo Nigro , sorella di Concetta e prestanome della famiglia Luca, e Maria Assunta Luca, figlia di Salvatore e socia in molte aziende della famiglia.

Sono state inoltre sequestrate, tra Gela e Ragusa, 7 aziende, nonché disponibilità finanziarie e beni immobili riconducibili all’impero economico e finanziario della famiglia Luca, per un totale complessivo stimato in 63 milioni di euro. Le aziende sottoposte a sequestro sono Lucauto s.r.l., Car Luca s.r.l., Terranova Immobiliare s.r.l., Immobilluca s.r.l., Luca Immobiliare S.r.l, Luca Costruzioni s.r.l., Mirto S.r.l. Un particolare curioso. Domani a Gela si festeggia la Madonna delle Grazie, una festa popolare molto sentita, che, anni addietro, ha rischiato di non essere celebrata perché l’autovettura attrezzata, sulla quale il simulacro veniva portato in processione, si era irrimediabilmente guastata. Salvatore Luca salvò la festa donando una nuova, potente automobile ai frati Cappuccini, che custodiscono il simulacro della Vergine Maria, conquistandosi la gratitudine di decine di migliaia di fedeli.

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