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Mafia a Gela, il passaggio dei "pizzini" in carcere dal boss all'avvocato - Video

La polizia di Caltanissetta ha eseguito 4 ordinanze di misura cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Caltanissetta su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica, per associazione mafiosa aggravata per aver fatto parte del clan Rinzivillo.

In carcere sono finiti Grazio Ferrara, 39 anni avvocato del Foro di Gela, Benedetto Rinzivillo, detto «Peppe ucurtu», 55 anni, imprenditore gelese attivo nel commercio delle carni; Giuseppe Incorvaia, imprenditore di Licata in pensione, 73 anni, e Michele Emanuele Zuppardo, 62 anni, di fatto domiciliato a Parma, in atto sottoposto alla libertà vigilata.

Nell’ambito dell’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra Mobile di Caltanissetta con l’ausilio della Squadra Mobile di Parma, è emersa la figura di Grazio Ferrara, quale uomo di fiducia del boss gelese Salvatore Rinzivillo sin dal
2016 (durante il periodo delle indagini poi confluite nell’Operazione Extra Fines) quando lo aveva fatto contattare da un suo affiliato.

L’avvocato costituiva la longa manus del Rinzivillo negli affari intessuti dal boss gelese con altri appartenenti al clan Rinzivillo. Infatti Rinzivillo impartiva al
legale ordini precisi che andavano ben oltre gli incarichi forensi.

La disponibilità del legale nei confronti del boss gelese si manifestava anche dopo la carcerazione del boss: infatti, è proprio al suo avvocato che Rinzivillo, approfittando del suo status di insospettabile legale, affidava il compito di fare uscire i suoi ordini per altri esponenti della consorteria mafiosa, ancora liberi sul territorio.

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