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Il "doppio isolamento" dei disabili: la testimonianza di Roberta Macrì

Le privazioni, le mancanze, i passi e i tramonti negati, sono un universo al contrario che loro conoscono bene. E questo tempo straniante di pandemia non ha fatto che peggiorarlo. Chi è in carrozzella, chi non vede, chi ha problemi a muoversi, in questo periodo ha soltanto aggravato inevitabilmente la sua condizione di vita e di solitudine.

Roberta Macrì è una ballerina e non sono certo le ruote della sua carrozzina ad impedirle di volare quando danza. Da anni grida e lotta per rivendicare attenzione e parità.

Ha scritto per noi il suo pensiero, scaturito da oltre un mese di questo strano "doppio isolamento", e in un video ha raccolto altre sue considerazioni: «Già dopo la prima settimana di quarantena iniziavo a pensare ciò che ho detto nel video, più ci pensavo e più avevo voglia di urlarlo al mondo. Però c’era quel qualcosa che me lo impediva, cioè la paura di poter mandare un messaggio sbagliato ovvero di pietismo, cosa che odio dal profondo. Ho cercato quindi in questo mese di trovare la formula giusta, per far capire si i nostri disagi quotidiani ma al contempo mandare un messaggio positivo di amore per la vita è per superare al meglio questo periodo. Quindi ho portato ad esempio la nostra resilienza, il nostro saperci riadattare ed il nostro attaccamento alla vita nonostante le sue difficoltà e nonostante l’uomo stesso provi ogni giorno ad impedirci di vivere liberamente. Credo che in questo momento in cui tutti noi trascorriamo molto più tempo sui social, questi debbano essere utilizzati per aiutare gli altri e non, come molto spesso accade, per denigrare o insultare. Spero vivamente di essere riuscita nel mio intento e che davvero quando tutto questo finirà ci si ricorderà di ciò che si è vissuto provando a migliorare sia il proprio che il futuro di tutti».

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