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L'Etna si risveglia: nuova eruzione fra boati e forti tremori - VIDEO

L’Etna, coperto di neve, di nuovo in eruzione tra la scorsa notte e questa mattina con l’attività esplosiva al cratere di Sud-Est che è stata d’intensità variabile e al momento appare nuovamente in decremento. L'emissione di cenere dal vulcano ha provocato la caduta di terra nera su Catania e molti comuni dell’Hinterland. Non si registrano disagi all’aeroporto Fontanarossa. L'Ingv - l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - ha registrato, per quanto riguarda l’attività effusiva, come la colata lavica prodotta dalla fessura di Sud sia inattiva, mentre la colata proveniente dalla fessura di Sud-Ovest al momento Sis meno alimentata. Inoltre, dall’analisi più dettagliata delle immagini delle telecamere, si sono osservati tre flussi piroclastici che si sono sviluppati, due in concomitanza con l'apertura della fessura eruttiva.

 

Le immagini hanno anche mostrato, nelle fasi più intense di attività esplosiva, il passaggio a fontanamento di lava. Durante le fasi di fontanamento, si sono registrati i valori massimi dell’ampiezza del tremore vulcanico. Allo stato attuale, i valori dell’ampiezza media del tremore vulcanico mostrano modeste oscillazioni, rimanendo, comunque, su livelli elevati.

Ingv: repentino aumento tremori prima delle fontane di lava

L’evolversi dei fenomeni di tremore vulcanico e dell’attività 'strombolianà dell’Etna dal cratere di Sud-Est è costantemente monitorata dalle reti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania. Lo riferisce l’Ingv sul parossismo registrato la notte scorsa sull'Etna. I primi segnali, ricostruisce l’Ingv, sono stati registrati alle 23,00 un repentino aumento del tremore interno dei condotti magmatici e con una attività caratterizzata da modeste fontane di lava con formazione di una colonna eruttiva spinta dal vento verso sud-sudest. I getti di lava hanno raggiunto altezze intorno ai 150-200 metri sopra la bocca eruttiva. Dopo quindici minuti, il fianco del cono del Cratere di Sud-Est ha cominciato a franare, generando un flusso piroclastico lungo alcune centinaia di metri in direzione sud-ovest. Poco dopo questo primo flusso piroclastico ne è seguito un secondo notevolmente più grande, che ha percorso circa 2 km sempre in direzione sud-ovest.

Gli esperti: valanghe ardenti o piroclastiche

Un terzo e più piccolo flusso piroclastico è avvenuto alle 23,30. L’attività di fontana di lava si è protratta per poche decine di minuti ed è diminuita poco prima della mezzanotte. Dopo un’ora circa è iniziata una seconda fase di fontane di lava, durata circa 10 minuti. Dopo un intervallo di modesta attività stromboliana, intorno alle 2 è iniziata una terza fase di basse fontane di lava, della durata di circa un’ora, che è stata seguita da una debole fase stromboliana, ancora in corso nella mattinata. La colata sul versante meridionale del cono del Cratere di Sud-Est ha raggiunto l’area di Torre del Filosofo, e quella sul versante sud-ovest, che si è espansa sul pianoro a monte dei coni del 2002-03 e di Monte Frumento Supino. Entrambe stamattina erano già in raffreddamento. Flussi piroclastici simili a quelli verificatisi, denominati anche valanghe ardenti o piroclastiche, sono avvenuti negli anni passati anche in altri settori del cratere di Sud-Est, ad esempio in concomitanza con l’inizio dell’attività eruttiva parossistica del 16 novembre 2006, durante diversi episodi di fontana di lava nel 2011-2013, l’11 febbraio 2014 e nel marzo del 2017

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