Investire in Istruzione è lo strumento principale per uscire dalla crisi globale slatentizzata dal Covid. A tale conclusione sono giunti concordemente i rappresentanti dei Paesi del G20, che a Catania hanno preso parte alle riunioni ministeriali sull’Istruzione e il Lavoro. A tratteggiare i risultati del lungo e intenso confronto internazionale il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha presieduto i meeting nell’ambito della presidenza italiana del G20. «Durante i lunghi confronti – ha sottolineato - è emersa fortemente la necessità di intervenire sul fronte dell’educazione superando soprattutto le forti disuguaglianze territoriali, tra aree diverse, ma anche all’interno dello stesso Paese». E a proposito di ciò, Bianchi ha sottolineato il valore particolare della localizzazione di questo meeting a Catania, in un territorio come il Meridione d’Italia che sconta percentuali di abbandono scolastico che sfiorando il 30% sono nettamente superiori rispetto a quelle del Nord.
Tutti concordi anche nell’impegno per un ritorno in classe in presenza, in sicurezza, anche se con la necessità di superare i limiti evidenziati dalla didattica frontale beneficiando dell’esperienza accumulata in lunghi mesi di didattica digitale, anche attraverso una migliore formazione degli insegnanti.
Un altro tema strategico affrontato dai ministri ha riguardato la transizione scuola-lavoro, sottolineando l’importanza di offrire strumenti attraverso i quali seguire l’evoluzione della scuola che cambia e del lavoro che cambia. «La scuola e il lavoro sono in movimento – ha evidenziato Bianchi – e ritengo anche alla luce della mia esperienza che i programmi di inserimento lavorativo migliorino la produttività delle imprese. Per questo è importante programmare non tirocini brevi, ma percorsi di esperienze che possano continuare».
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