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“L’Unità d’Italia” inno di condivisione ai tempi della pandemia: il videoclip del siciliano Paolantonio

È già disponibile su tutte le piattaforme digitali il brano “L’Unità d’Italia” realizzato del cantautore catanese Paolantonio, prodotto da Giuliano Dottori, artista di riferimento della scena indipendente milanese e mixato da Taketo Gohara, visionario sound designer che ha curato i dischi di Brunori Sas, Vinicio Capossela, Elisa e altri grandi cantautori. Paolantonio (all’anagrafe Paolo Antonio Pappalardo) vanta una lunga gavetta; ha aperto i concerti di Simone Cristicchi, Fabrizio Moro e Ornella Vanoni, nel 2018 è stato finalista al Premio Bindi e, nel 2019, è stato uno dei vincitori di Musicultura con il brano “Questa Assurda Storia”. Le sue canzoni sono cortometraggi sonori che spaziano tra i generi musicali e si distinguono per un approccio narrativo e immaginifico, fatto di eroi inconsapevoli, scenari periferici e il disagio socio-romantico di una generazione.

Il suo album d’esordio, prodotto grazie a una campagna di crowdfunding su Eppela con il contributo di PostepayCrowd, è stato presentato in anteprima alla Milano Music Week e sarà pubblicato0 presto. «Preferiamo aspettare ancora un po’ ed attendere la fine dell’ emergenza Covid 19 – ha detto Paolantonio – . Vorremo avere la possibilità di presentarlo in alcuni concerti dal vivo».

È nata qualche mese fa ma la tua “L’unità d’Italia” è una canzone attualissima.

«Ha visto la luce fra settembre e ottobre del 2019 quando mi sentivo un po’ fragile e smarrito, da tre anni vivo a Milano, qui ci sono venuto per cercare le ali, ma forse stavo perdendo il contatto con me stesso. Da un disagio personale è nato questo brano. Mesi dopo, in piena pandemia di Covid 19 il mio fonico Taketo Gohara mi ha detto che questa canzone gli sembrava perfetta per i giorni che stavamo vivendo, un’altra mia amica mi ha detto che le dava molto coraggio, allora ho deciso di tirarla fuori».

E ne hai fatto anche un video.

«Sì, con il montaggio e la supervisione della regia di Giacomo Triglia, regista e sceneggiatore che ha lavorato con grandissimi come Brunori, Francesca Michielin, Joe Barbieri, Francesco Sarcina. Lui ha montato una serie di videochiamate che durante la quarantena ho fatto a tanti amici. Il video e la canzone raccontano il modo in cui tutti nell’isolamento abbiamo imparato a costruire la nostra unione e a condividere questa nuova quotidianità fatta di nuove e vecchie routine, aperitivi, gesti quotidiani che diventano emozionanti nella consapevolezza che, pur costretti dentro a schermi, stare insieme è essenziale. Nella clip partecipano tanti amici e artisti, tra cui Pierdavide Carone, Carolina Di Domenico, Dueditanelcuore, Eugenio Cesaro (degli Eugenio in via di Gioia) Marco Maccarini, Michela Giraud e Selton».

Tutto questo per dire che non siamo soli anche quando siamo soli.

«Non è un gioco di parole è la realtà che stiamo vivendo. Tutti stiamo rinunciando a qualcosa, ad abbracciarci, ad incontrarci, lo facciamo per difendere la nostra vita e quella degli altri. Tutti stiamo rispettando le regole, e stiamo facendo la stessa cosa, questo ci unisce e ci fa sentire meno soli».

Sei uno dei volontari più attivi di Officine Buone, un’organizzazione no profit che propone un modo nuovo di fare volontariato, cosa fa esattamente?

«Realizza special stage, format culturali innovativi che permettono ai giovani di donare il loro talento in ospedale e nei luoghi di fragilità. Grazie alle tante iniziative molti musicisti fanno la loro prima esperienza di volontariato. Il mio primo palco è stato quello dell’Istituto Nazionale dei Tumori a Milano, li ho conosciuto tanti artisti, ho dato un senso nuovo alla mia musica ed ho fatto una grandissima esperienza».

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